Il calciatore di El Salvador entra nella Hall of Fame della FIFA.
La Storia del Calcio è piena di grandi campioni. In questi anni stiamo celebrando Messi, in passato altri re hanno meravigliato gli appassionati, da Maradona a Pelé, da Crujff a Di Stefano, da Platini a Zidane, da Maldini a Ronaldo, Beckembauer, Baggio, Puskas, Best, Roberto Carlos, Garrincha ed un lungo etc.
Ma questi non sono necessariamente i migliori. Sono quelli che ce l’hanno fatta, che sono arrivati in cima, che hanno avuto la fortuna di sfruttare le occasioni o la forza di volontà di superare ostacoli. Ci sono, però, tanti altri calciatori che son rimasti nell’anonimato, ragazzi che semplicemente non hanno colto l’attimo o non hanno avuto chi credesse in loro o sono stati frenati da brutti infortuni o semplicemente non hanno avuto l’ambizione di essere “grandi”.
Maradona diceva sempre che il suo idolo era Bochini? Ne avete mai sentito parlare? Probabilmente no, o magari è solo un nome che avete letto qualche volta da qualche parte. Quando Raúl esordì nel Real Madrid, la cantera blanca aveva un ragazzo considerato di un talento fuori dal comune, di gran lunga superiore a quello dello stesso Raúl, che però ha fatto epoca nel Madrid e mantiene (in attesa che Messi e C. Ronaldo lo superino) in record di gol in Champions: il ragazzo più bravo di Raúl si chiama Álvaro Benito ed appena ventenne dovette lasciare l’attività agonistica a causa di un ginocchio che non guariva. Oggi è un cantante di successo.
Come loro, ce ne sono stati tanti tanti altri. Tra questi “campioni sconosciuti”, un posto d’onore lo merita Jorge “Mágico” González. Una decina di giorni fa la FIFA ne ha riconosciuto il talento inserendolo nella Hall of Fame che ha da poco realizzato a Città del Messico. Insieme a lui, Maldini, Baresi, Weah e Mia Hamm, tutti autentici miti di questo sport, al cui cospetto “el Mágico” sfigura per palmares, ma sicuramente non per talento.
Ma chi è Jorge “Mágico González?
Jorge Alberto González Barillas nacque a San Salvador il 13 Marzo del 1958. Mosse i primi passi nel suo Paese di origine, venendo conosciuto dal pubblico europeo in occasione del Mondiali del 1982, ad oggi ancora gli unici cui El Salvador ha partecipato. Su di lui misero gli occhi club come Atlético Madrid o Paris Saint Germain, però finalmente e sorprendentemente la spuntò il Cádiz. In Andalusia giocò fino al 1991, con un intervallo di un anno (il 1984/85) al Real Valladolid, prima di chiudere la carriera in patria.
Già ad El Salvador lo chiamavano “el Mago González” per la sua abilità col pallone tra i piedi, però fu in Spagna dove si affermò col soprannome di “Mágico”. La qualità tecnica ed il genio calcistico di questo giocatore conosciuto come “irresponsabile e cattivo professionista” furono tanto ammirate come ricordate le sue notti brave e la sua vita bohemia e disordinata. Nel 1983 il PSG si interessò di nuovo a lui e la trattativa si sarebbe chiusa se “Mágico” avesse deciso di svegliarsi il giorno stabilito per la firma del contratto… Invece preferì restare a letto a dormire un po’ di più, probabilmente in buona compagnia, al sole andaluso e lontano dalle nuvole ed il caos di Parigi.
Lo stesso Jorge González arrivò ad ammettere candidamente: «Riconosco che non sono un santo, che mi piace la notte e che nessuno mi toglie la mia voglia di fare bella vita. So che sono un irresponsabile ed un cattivo professionista, e può darsi che stia sciupando l’opportunità della mia vita. Però ho la testa malata: non mi piace prendere il calcio come un lavoro. Se lo facessi non sarei me stesso. Gioco solo per divertirmi». Allo stesso modo, in una intervista datata 2003 disse: «Io ho rispettato molto il calcio. Chi non ho rispettato è me stesso. Forse mi curavo meno degli altri perché venivo da un calcio senza basi. È come fare l’università senza prima essere andati a scuola».
Un genio unico, cui pensò addirittura il Barcellona per il dopo Maradona, portandolo in un tour in USA nel 1984, ma decidendo alla fine di non proporgli un contratto a causa della sua indisciplina. Proprio contro i catalani segnò forse il suo gol più bello. Un gol “maradoniano”. El Pibe de Oro lo adorava: «È uno dei migliori calciatori che abbia mai visto giocare. Ogni lunedì, alla ripresa degli allenamenti, mi ritrovavo con i compagni di squadra e c’era sempre qualcuno che diceva “Hai visto ieri il dribling che ha fatto el Mágico?”; provavamo ad imitarlo, ma era inutile, el Mágico era unico».
Unico come il suo talento, come i suoi dribling impossibili, come le cavalcate di un ragazzo che aveva mezzi unici, che era fantasia pura, estetica e voglia di stupire.
In questo video potete vedere qualche numero de “El Magico” Gonzalez:
Mario Cipriano