Il 1º Aprile 1998 un episodio curioso si verificò a pochi istanti dall’inizio della Semifinale d’andata di Champions League tra Real Madrid e Borussia Dortmund
Domani sera si disputerà allo Stadio “Santiago Bernabéu” l’andata dei Quarti di Finale di UEFA Champions League tra Real Madrid e Borussia Dortmund. Negli ultimi anni ci son stati diversi precedenti. Ovviamente, il più ricordato è il più recente, quello della passata stagione in cui il Dortmund eliminò i “blancos” in Semifinale con un poker di Robert Lewandowski (4-1 l’andata al “Westfalenstadion”, 2-0 il ritorno in Spagna).
Sempre l’anno scorso, le due squadre si erano sfidate nella fase a gironi, coi tedeschi a prevalere (2-1 in casa, 2-2 in trasferta) guadagnando il primo posto nel gruppo. Nella stagione 2002/03, invece, il Real Madrid dei “Galacticos” eliminò i gialloneri di Matthias Sammer nella seconda fase a gironi, prevalendo di un punto – 11 a 10; primo in classifica il Milan, poi campione, con 12 punti – grazie ad un gol di Javi Portillo al 92’ della gara di ritorno a Dortmund (1-1 il risultato finale, al “Bernabéu” era finita 2-1 per il Madrid). Ma il precedente più curioso è il primo, risalente all’edizione 1997/98, quando il Borussia campione in carica cadde per 2-0 a Madrid in Semifinale e poi non riuscì a rimontare nella gara di ritorno, lasciando passo a Raúl e compagni verso la Finale di Amsterdam contro la Juventus.
Ma quella gara non passò alla Storia tanto per il risultato o per la spettacolarità della partita. Era il 1º Aprile del 1998 e, come detto, si giocava l’andata nel tempio del fútbol blanco, come domani, a 18 anni ed 1 giorno di distanza. La gara sarà ricordata come “la partita del pesce d’Aprile” o, in spagnolo, come “el partido del día de los santos inocentes”.
Era il Dortmund campione d’Europa, che era passato dalla guida di Ottmar Hitzfeld a quella di Nevio Scala. In campo i vari Chapuisat, Zorc, Ricken, gli ex-juventini Reuter e Júlio César (assenti per infortunio Paulo Sousa, Jürgen Kohler ed Andy Möller). Nel Madrid che Capello aveva consegnato ad Heynckes, c’erano Raúl, Mijatovic, Redondo, Panucci, Roberto Carlos, Seedorf… un’armata di campioni integrata anche dall’ultimo arrivato Karembeu.
Quella sera a Chamartín, tra gli 81.000 spettatori, ce n’erano una ventina che si ricordarono che era 1º Aprile e decisero di passare alla Storia della Champions con un episodio tutt’altro che edificante. Erano componenti del Fondo Sur, la storica curva madridista. Senza che nessuno li ostacolasse, si avvicinarono alla porta, situata letteralmente a contatto con la curva e sostenuta ad una rete di sicurezza che di sicuro non aveva niente, vi si arrampicarono indisturbati e, in mondovisione, tagliarono i pali . . . Quando mancavano cinque minuti all’inizio del match e le squadre erano già in campo pronte alla contesa, il pesce d’Aprile fu attuato: tirato dai giovani incoscienti del Fondo Sur, la porta coi pali tagliati cadde all’indietro con un frastuono che si udí nelle case e nei bar di mezzo mondo. “Pesce d’Aprile!” avranno sghignazzato i simpatici tifosi madridisti…
Ma, si sa, il calcio è la più seria delle cose non serie. La figuraccia globale di veder crollare una porta del glorioso “Bernabéu” a pochi istanti dall’inizio di una Semifinale di Champions League fu una vergogna che rischiò di macchiare l’immagine del club del secolo. E, peggio ancora, rischiò di far perdere al Madrid la gara a tavolino. Perché ci si ritrovò con qualcosa di peggio del crollo della porta, cioè che in tutto lo stadio non c’era una porta di riserva, come invece dovrebbe essere secondo le normative UEFA. La leggenda merengue racconta di come un impiegato del club, Agustín Herrerín, prese una moto e si diresse a tutta velocità verso il centro sportivo situato fuori città; una volta lí, visto che era tutto chiuso, scavalcò la rete di sicurezza – rischiando di rimetterci i gioielli di famiglia – prese una porta di allenamento (di dimensioni irregolari per una gara ufficiale) e, con l’aiuto di un camionista che era in zona per trasportare delle impalcature, la trasportò in tutta fretta allo stadio per permettere alla gara di prendere il via. Fu solo allora, alle h 22.01, mentre nell’altra Semifinale la Juventus già strapazzava il Monaco di Jean Tigana con una tripletta di Del Piero, che il paziente arbitro Mario Van der Ende diede il fischio d’inizio al match.
Qui di seguito le immagini dell’episodio e la testimonianza del camionista che portò la porta al “Bernabéu”:
Un match che il Madrid vinse per 2-0, reti di Fernando Morientes e Christian Karembeu. Il ritorno a Dortmund, due settimane dopo, non regalò sorprese: 0-0. Il Real Madrid andò in Finale per lì battere la Juventus 1-0, gol di Mijatovic in fuori gioco, e tornare a casa con la sua settimana Coppa dei Campioni.
Il club se la cavò con una multa di 115.000 Pesetas (quasi 700.000 Euro € al cambio) ed un turno di squalifica per lo stadio (turno che scontò a Siviglia la stagione successiva giocando contro l’Inter). Poca pena, in fin dei conti. Molto meno dell’imbarazzo che il club di calcio più glorioso del mondo provò e tutt’ora prova per un episodio da sempre ricordato e che oggi, a 16 anni di distanza ed alla vigilia di un match di Champions contro lo stesso avversario, torna alla mente degli aficionados che riempiranno il “Santiago Bernabéu” sperando che non vi sia una replica.
Mario Cipriano