Storia di un campione senza età.
“Sei soltanto un pagliaccio…Ecco quello che sei:un pagliaccio”! Certo che sentirsi ripetere spesso queste parole, e specialmente se si è ancora ragazzini, non deve essere piacevole e neanche motivo di soddisfazione… Essere un pagliaccio nella vita significa essere un poco di buono, magari inaffidabile, un fantoccio, un buffone! Il caso del formidabile calciatore brasiliano Cerezo è però molto diverso: lui era un pagliaccio sul serio… Insomma, era un clown figlio di clown e forse proprio per questo motivo viveva con gioia e spensieratezza i primi anni della sua vita!
Il buon Toninho nacque a Belo Horizonte il 21 aprile 1955, almeno per quanto risulta all’anagrafe; si narra infatti che quando venne registrato aveva già qualche anno di vita… Come detto, era figlio di clown e tutta la famiglia Cerezo si esibiva in spettacoli itineranti per tutto il Minas Gerais; la vita circense non era il massimo ma garantiva un piatto di minestra e la voglia di andare avanti con dignità. Toninho, come quasi tutti i ragazzi brasiliani, passava le proprie giornate a correre dietro un pallone creato in modo artigianale e ingegnoso; nel suo caso era fatto di giornali cuciti dentro un calzino. Fu durante una di quelle partite, giocate su un campo costruito tagliando via la vegetazione della giungla, che Toninho venne notato da un osservatore dell’Atletico Mineiro. Il successivo provino fu illuminante e fu così che il pagliaccio divenne calciatore!
Toninho Cerezo si rivelò subito un promettente centrocampista, abile sia come interditore che come regista capace di inserirsi in zona-gol. Mulinava con scioltezza le sue lunghe gambe affusolate ed era davvero difficile togliergli un pallone dai piedi; insomma, fisico e cervello di qualità… Altri segni particolari? I suoi mitici baffi che neanche Clark Gable poteva sognare di avere!
Dopo un breve periodo di dubbi e riflessioni, Toninho decise finalmente di abbandonare casa, famiglia e amici per intraprendere una carriera di successi e soddisfazioni. Chiuso nell’Atletico da centrocampisti più esperti, Cerezo passò al Nacional di Manaus, la squadra nella quale riuscì ad esprimere appieno tutto il suo valore. Dopo una sola stagione, Tele Santana, uno dei grandi personaggi del calcio brasiliano, lo rivolle all’ Atletico Mineiro: e qui l’ex clown sfoderò prestazioni superbe coronate dalla convocazione nella Seleçao e dall’interessamento costante dei ricchi club italiani.
Cerezoera ormai un campione riconosciuto da tutto il mondo pallonaro quando il presidente Dino Viola, contrastando duramente anche assurde disposizioni federali, riuscì ad ingaggiarlo regalando così le sue ambite prestazioni alla Roma e a tutta l’Italia. La prima stagione fu di ottimo livello; Toninho e i giallorossi vinsero la Coppa Italia e si classificarono al secondo posto in campionato, alle spalle della Juventus. Ma soprattutto la Roma di Eriksson sfiorò lo storico trionfo in Coppa dei Campioni, cedendo in finale al Liverpool solo dopo la lotteria dei calci di rigore. Per la Roma e per Cerezo, che a centrocampo era diventato un pilastro insostituibile, sembrava comunque l’inizio di un nuovo ciclo vincente, dopo quello giunto al crepuscolo di Falcao e Liedholm. Le cose, però, non andarono per il verso giusto: dopo un deludente settimo posto nel 1985, arrivò la clamorosa beffa del 1986…La Roma, perdendo alla penultima giornata in casa contro il Lecce ormai retrocesso, gettò al vento uno scudetto praticamente già vinto: a gioire fu ancora la Juve di Trapattoni. Nella capitale il contraccolpo psicologico fu terribile, e lo stesso Toninho, da sempre calmo e pacato,manifestò sentimenti contrastanti. Addirittura si parlò di una violenta lite col presidente Viola e il divorzio a quel punto divenne automatico.
Fu il presidente della Sampdoria Paolo Mantovani, fra lo scetticismo generale, ad ingaggiare Cerezo per poco più di mezzo miliardo; una scommessa che si rivelò vincente visto che il brasiliano aveva ancora tantissimo da dare al calcio! Grazie a giocatori fantastici come Vialli, Mancini e lo stesso Cerezo, la Sampdoria colse in quegli anni le soddisfazioni più belle di tutta la storia del club. Le sei stagioni di Toninho con i doriani furono costellate di trionfi e vittorie: due volte la Coppa Italia(1987/88 e 1988/89), la Coppa delle Coppe(1989/90) e il mitico primo scudetto nel 1990/91. Nel successo tricolore, Cerezo ebbe un ruolo determinante; la sua tecnica e il suo carisma furono fondamentali per i ragazzi di Boskov(ricordiamo, ad esempio, un suo gol decisivo in trasferta col Milan campione d’Europa in carica). Unico neo la seconda sconfitta in finale di Coppa dei Campioni, stavolta a Wembley contro il Barcellona.
Nel 1992 e con 37 anni sul groppone, il buon vecchio Toninho meditava il ritiro dopo una carriera cosìricca e sontuosa; decise così di aprire un American Bar vicino a Santa Margherita Ligure per godersi la tanto amata Italia e provare una nuova avventura professionale. Invece arrivò, improvvisa e fulminea, l’offerta di uno dei più famosi club brasiliani di calcio: il San Paolo! E, nonostante l’età avanzata e i baffi sempre più bianchi, Cerezo seppe trovare ancora stimoli e gioia per calcare con successo i palcoscenici calcistici più prestigiosi. Con la sua nuova squadra, conquistò una Coppa Libertadores, una Supercoppa Sudamericana, una Recopa e anche due Coppe Intercontinentali e il suo contributo fu sempre determinante. Ancora il Milan fu mortificato da questo eterno giovanotto e proprio nella finale dell’Intercontinentale del 1993; San Paolo-Milan 3-2 con Toninhomigliore in campo e autore di un gol e di un assist decisivo.
Un uomo e un calciatore d’altri tempi, oltre che un esempio per i giovani che si affacciano allo sport; Toninho Cerezo è stato un campione senza età… Non vanno affatto dimenticate, inoltre, le 71 presenze(con 16 gol) con la nazionale brasiliana, con cui ha disputato i campionati del mondo in Argentina nel 1978 e in Spagna nel 1982(nel 1986 fu fermato da un infortunio).
Quando smisesul serio col calcio giocato, Cerezo intraprese la carriera di allenatore girovagando per mezzo mondo: club giapponesi, arabi e brasiliani hanno goduto delle sue immense conoscenze sportive. Negli ultimi anni, tuttavia, sembrava scomparso dalle scene; si è ritornato a parlare di lui soltanto per questioni non calcistiche… Toninho è infatti il padre naturale di Leandro Cerezo, modella brasiliana trans celebre per essere stata scelta come nuovo volto di una famosa casa di moda francese. Toninho, incece, ha da poco abbandonato la panchina del Recife ma non si è di certo abbattuto per questo; del resto, scoraggiarsi non fa parte del suo vocabolario. Qualcuno l’ha avvistato in Brasile in una piccola scuola calcio dove i bambini provano ad uscire dalla miseria giocando e sognando una carriera alla Cerezo… Proprio Toninho, infatti, nato pagliaccio e col futuro incerto, con la sua vita rappresenta alla perfezione una famosissima frase biblica: “Gli ultimi saranno i primi…”.
di Lucio Iaccarino