L’ex portiere della Cremonese ha parlato in conferenza stampa.
Marco Paoloni ha deciso di parlare in una conferenza stampa indetta nella sua Civitavecchia dove è stato confinato agli arresti domiciliari. L’ex portiere di Cremonese e Benevento ha raccontato la sua verità rigettando le accuse che gli sono state rivolte: “Mi hanno attribuito cose che non fanno parte della mia persona – dice Paoloni -. Non mi sono mai venduto partite, non ho mai fatto male a nessuno. Mi hanno dipinto come un assassino, avvelenatore, truffatore, scommettitore, corrotto.
Spero che col tempo possa venir fuori la mia vera figura, dipinta falsamente. Per me è stato un incubo, ho passato 17 giorni in carcere e 23 ai domiciliari, è stata una esperienza molto dura. Non ho paura del processo sportivo e penale; sono sereno ed ottimista. Le accuse non mi appartengono. Combatterò e mi difenderò. E se ci sarà una squalifica non sarà un problema. È vero che mi preme tornare a giocare, ma soprattutto tutelare la mia immagine, infangata da questa vicenda. Voglio che venga riabilitata la mia immagine. Conoscere Erodiani è stato il mio più grosso errore. Di sicuro se non lo avessi mai conosciuto oggi non sarei qui a fare una conferenza stampa ma in un campo di calcio. L’ho conosciuto perchè faceva credito, io in quel momento sbagliando ho detto sì, giocavo da lui ogni giorno e pensavo fosse una scelta giusta ma questa persona aveva interessi diversi dai miei”.
Poi Paoloni vuole chiarire anche l’episodio del presunto avvelenamento ai compagni di squadra tra il primo ed il secondo tempo di Cremonese-Paganese: “I sospetti sono su di me, ma per quel che mi ricordo stavo male al termine del primo tempo e come me altri giocatori. Altre persone dicono che ho fatto questa cosa, ma non esiste e non sta né in cielo e né in terra. È una cosa passata, che sto pagando.”