Gian Piero Gasperini

Gian Piero Gasperini (foto dalla rete)

Una clamorosa e inaspettata sconfitta. Questa la definizione più plausibile del tonfo dell’Inter nella gara d’esordio in Champions League contro il Trabzonspor. Al “Meazza” i neroazzurri hanno fatto cilecca contro la modesta squadra turca, andata in vantaggio alla prima vera occasione dopo aver contenuto per più di un’ora le disorganizzate sortite offensive dei padroni di casa. Gasperini, dopo le sollecitazioni di Moratti a cambiare modulo, passa alla difesa a quattro: l’impalpabile Jonathan a destra, Nagatomo al centro e Lucio e Ranocchia a formare la coppia centrale. Centrocampo più corposo con Obi, Cambiasso e Zanetti. Sneijder in campo dal primo minuto alle spalle di Pazzini e Zarate.

I cambi tattici richiesti a gran voce dal popolo interista non sono però serviti a tanto. L’Inter è stata molto disordinata nell’organizzare la manovra, oltre che vulnerabile a centrocampo. Nella zona nevralgica i neroazzurri sono stati lenti ed impacciati, nonostante la presenza del pimpante Obi e di due maestri come Cambiasso e Zanetti, inspiegabilmente in giornata no.


E’ paradossale come a questa squadra manchi un centrocampista con capacità di corsa, tuttavia nell’occhio del ciclone è finito nuovamente il tecnico Gasperini, per il quale la fiducia di Moratti è quasi terminata. Più di cambiare modulo e giocare con un sistema di gioco mai provato il Gasp poteva fare ben poco. Il principale dubbio che assale i tifosi della Beneamata rimane sempre lo stesso: se Benitez, tra i migliori cinque allenatori al mondo, e Leonardo, comunque non da buttare, hanno fatto magre figure sulla panchina neroazzurra (stesso epilogo per Gasperini) qual è il problema di fondo? Il problema non può essere sempre e solo l’allenatore, usato il più delle volte come capro espiatorio.

Il problema è forse una squadra invecchiata, senza più stimoli seppur senza la cosiddetta “pancia piena” di trofei. Una difesa tutta da registrare ogni anno, un centrocampo in età avanzata e un attacco privo di calciatori che sappiano cambiare le partite da soli. Questi i principali problemi che affliggono la squadra meneghina. Con tanti insignificanti acquisti mediocri, l’Inter non andrà avanti. Perché neanche Guardiola sarebbe in grado di vincere con una squadra piena di futuri talenti, ma – con le poche e dovute eccezioni – priva di calciatori capaci di fare la differenza a partire dall’immediato futuro.

Gianluca Pepe

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