Presa di mira la tragedia dell’Heysel. Solo una multa alla società interista.
In Italia, si sa, si predica bene, ma si razzola male, molto male. Non voglio dar colpe a nessuno, né tantomeno essere un paladino della legge, perché potrei essere additato di essere un tifoso di parte. Quello che ho semplicemente visto sabato sera presso il “Giuseppe Meazza” ha dell’incredibile. Non sto parlando della vittoria della Juventus sull’Inter, peraltro meritata, ma di alcuni gesti insensati sugli spalti di uno stadio storico.
Leggere ad esempio uno striscione che recitava cosi : “ACCIAIO SCADENTE: NOSTALGIA DELL’HEYSEL” è semplicemente vergognoso. Eppure questo aggettivo non fa parte di quelle poche persone, di fede interista, che hanno esposto tale scempio. Si badi bene, non sto giudicando una tifoseria intera, ma bensi una piccola parte che dovrebbe farsi un grandissimo esame di coscienza, prima di guardarsi allo specchio.
Come pensate l’abbiano presa i parenti delle vittime dell’Heysel?, come si saranno sentite, leggendo tali frasi? che reputo, a dir poco, da denuncia. Eppure secondo Il Giudice sportivo, quello striscione, “alzato” insieme ad altri, vale solo una multa di 20.000 euro. Un cifra iniqua, se si considera il gravissimo gesto.
Come tutti ricordiamo, per un coro razzista la Juventus, due anni fa, fu penalizzata con la squalifica del campo. Ora potete spiegarmi la differenza tra un coro razzista e questo genere di striscioni? La differenza forse sarà in un accento, in una virgola, perché è inammissibile comminare una sola ammenda alla società nerazzurra, quando di mezzo ci sono morti, tragedie, fatti che con il calcio non hanno nulla a che fare.
I 39 angeli bianconeri, recentemente commemorati nell’apertura dello Juventus Stadium, sicuramente non avranno fatto una piega, perdonando gli autori dell’ignobile gesto.
Il processo di Calciopoli avrà sicuramente influito a crare un clima incandescente, ma è giusto cosi: la Juventus, con tutte le ragioni del mondo, ha preso questa decisione, andando fino in fondo. Non è bello, “usare” questo pretesto, per insultare e ridicolizzare tragedie che hanno lasciato il segno.
Matteo Brancati
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