L’attaccante della Roma e quello del Manchester City guideranno domani l’undici anti-Uruguay.
Cesare Prandelli - foto dalla rete
Il commissario tecnico della Nazionale italiana, Cesare Prandelli, ha anticipato quali saranno gli uomini che domani sera affronteranno l’Uruguay di Oscar Tabarez allo Stadio Olimpico di Roma per l’ultimo test degli Azzurri nel 2011. Il modulo scelto è un 4-3-1-2 con Gianluigi Buffon in porta (che domani raggiungerà Dino Zoff a quota 112 presenze in azzurro), Christian Maggio e Federico Balzaretti sugli esterni, Andrea Ranocchia e Giorgio Chiellini al centro della difesa. Andrea Pirlo sarà il vertice basso della linea mediana, mentre Claudio Marchisio e Daniele De Rossi saranno gli interni di centrocampo. Riccardo Montolivo agirà sulla trequarti e avrà il compito di innescare la coppia offensiva che sarà formata da Pablo Daniel Osvaldo e Mario Balotelli, sempre più uomo simbolo della selezione di Prandelli. Il ct azzurro ha anticipato che nella ripresa ci sarà molto probabilmente un cambio di modulo con l’inserimento di Simone Pepe e il passaggio al 4-3-3.
“Osvaldo e Balotelli devono pressare subito dopo aver perso palla. E’ un gioco di forza, psicologico, con l’avversario. Se pressi e non scappi, non subisci, puoi fare paura agli avversari. Poi è chiaro che da Balotelli e Osvaldo mi aspetto i gol“, la richiesta di Prandelli ai suoi attaccanti. Il ct della Nazionale ritiene il test amichevole contro i campioni d’America il più probante da quando si è insediato sulla panchina azzurra: “L’avversario è forte sia dal punto di vista tecnico che della personalità. E’ forse il test più significativo da quando alleno la Nazionale“. Nella conferenza stampa della vigilia, Prandelli ha risposto anche a una domanda riguardante uno degli uomini simbolo della Celeste, quell’Edinson Cavani che naturalmente il calcio italiano conosce benissimo: “Anche lui, come Balotelli, è un attaccante moderno. Mi ricordo bene quando fece gol alla mia Fiorentina. E’ migliorato perchè è diventato un esempio importante, ha mantenuto sempre generosità, ma anche lucidità sotto rete. E’ il massimo che un allenatore possa avere“, il pensiero del ct.
Emanuele Mastrangeli
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