I biancocelesti ringraziano le vacanze natalizie: una squadra stanchissima e priva di ricambi, specie a centrocampo.

Cristian Ledesma

Cristian Ledesma - foto dalla rete

E’ giunta con il fiato corto, piegata su sé stessa: una Lazio stremata, sfinita, che al triplice fischio del signor Christian Brighi di Cesena ha tirato un sospiro di sollievo e, con le poche energie rimaste, ha intonato un “arrivederci” al pubblico biancoceleste, ai circa 18.000 sostenitori accorsi all’Olimpico nonostante il freddo che ha avvolto la Capitale. Non è andato a buon fine l’ultimo assalto del 2011, anche se dopo 16 giornate di campionato i romani possono ritenersi soddisfatti: quarto posto, 30 punti raccolti e solamente 4 lunghezze dalla vetta della classifica.

Il tabù Chievo Verona ancora una volta è stato ostacolo insormontabile per i biancocelesti. Ma questa volta, a differenza degli anni passati, visto l’andamento della gara la Lazio può anche essere contenta di non aver perso. Perché, se c’era una squadra che avrebbe meritato la vittoria, questa è senza ombra di dubbio quella clivense. I veronesi hanno avuto almeno 5 occasioni clamorose per portare i 3 punti in veneto ma, oltre ad un po’ d’imprecisione, hanno trovato un Albano Bizzarri in serata di grazia. Il portiere argentino ha parato qualunque cosa gravitasse dalle sue parti, una volta anche grazie all’aiuto della traversa. Solamente nell’ultimo quarto d’ora, quando anche agli ospiti sono venute meno freschezza e lucidità, la Lazio ha preso in mano il pallino del gioco, senza tuttavia mai impensierire realmente gli avversari. 15 minuti volenterosi, condotti puntando soprattutto sui nervi e sull’orgoglio, ma senza il sostegno del fiato e delle idee.


Troppi i giocatori a cui sono stati chiesti nell’ultimo mese gli straordinari, uno su tutti Cristian Ledesma, vero simbolo del crollo fisico biancoceleste. Con i tanti impegni di campionato ed Europa League, i numerosi infortunati, soprattutto nella zona mediana del campo, hanno impedito alla Lazio di poter operare un po’ di turn over costringendo così diversi elementi a giocare ogni 3 giorni. In tal senso, la sosta di circa due settimane che arriva ora per il Natale appare come una vera benedizione. In questi giorni si potranno ricaricare le energie fisiche e mentali, magari sperando di recuperare qualche infortunato. Oppure, qualora la società lo ritenesse opportuno, si potrà intervenire sul mercato per offrire al tecnico qualche alternativa in più. Ad Edy Reja non dispiacerebbe di certo.

Emanuele Mastrangeli

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