Focus su uno dei giovani più promettenti dell’intero panorama calcistico mondiale. Quest’anno Ferguson ha deciso di consegnare le redini della difesa a questo roccioso difensore e i responsi del campo sono sempre stati molto positivi.
Phil Jones nasce a Preston il 21 Febbraio 1992. Dopo due stagioni da protagonista nel Blackburn Rovers, questo giovane difensore inglese viene acquistato l’estate scorsa dal Manchester United. Ferguson decise di investire per questo ragazzo una cifra veramente considerevole (circa 20 milioni di sterline), questo a dimostrazione della grande fiducia nelle sue doti e nel suo potenziale.
Approfittando degli infortuni che ad inizio stagione colpirono Rio Ferdinand e Vidic, Jones non ebbe nemmeno il tempo di calarsi in una realtà così importante che si ritrovò nel giro di poco tempo titolare al centro della difesa di uno dei club più prestigiosi al mondo. Fin da subito si poterono notare, ancor prima delle sue indiscutibili qualità difensive, la sua spiccata personalità e una incredibile naturalezza nel gestire un ruolo così delicato, soprattutto in un contesto del genere in cui in ogni gara hai gli occhi di tutto il mondo addosso.
Jones non sembra risentirne e fin dai sui primi giorni non guarda in faccia nessuno, gioca dove l’allenatore lo schiera ( è un giocatore eclettico in grado di ricoprire più ruoli) e sfoggia prestazioni mai anonime ma sempre all’altezza. Questo ragazzotto accumula fin da subito un ottimo minutaggio dimostrando una personalità enorme, personalità che è senza dubbio l’attributo che meglio rappresenta il calciatore: riuscire a calarsi in una realtà calcistica del genere, a vent’anni, senza patire neanche un minimo di ansia, paura, timore, agitazione significa essere atleti fuori dal comune, atleti che faranno strada.
Come giocatore Phil ricorda molto il John Terry dei bei tempi, questo non solo per l’innegabile somiglianza fisica, quanto principalmente per la naturalezza con cui fa certi interventi e la sicurezza che riesce a trasmettere all’intero reparto. Dotato di un ottimo fisico (1,85 cm x 80 Kg), questo roccioso difensore centrale si dimostra sempre molto concentrato e sicuro in fase difensiva, abile nell’anticipo dell’avversario, nelle palle alte e, sfruttando anche dei discreti piedi, riesce spesso ad impostare la manovra senza timori né paure.
Oltre ad essere un ottimo marcatore, ciò che impreziosisce questo ragazzo sono delle considerevoli qualità tecniche, qualità che gli hanno sovente consentito di ricoprire ruoli diversi. Ferguson ha subito compreso di non avere di fronte un calciatore “normale” e per questo non ha esitato a dargli fiducia con continuità, permettendogli di mettersi in mostra, anche nei cosiddetti match di “cartello” (quei “big match”, per intenderci, nei quali in Italia si preferisce far giocare un trentacinquenne acciaccato piuttosto che un giovane ventenne in “rampa di lancio” e con tanta voglia di dimostrare). Questa situazione è stata possibile anche grazie alla notevole duttilità che fin dal primo giorno Jones ha dimostrato di possedere: fondamentalmente lo si può schierare in tutti i ruoli della difesa a quattro, senza dimenticarci che ai tempi delle giovanili giocava come mediano, come schermo basso davanti la difesa. Siamo pertanto di fronte ad un vero e proprio “jolly”, quei giocatori polivalenti dei quali tutti gli allenatori vorrebbero disporre; quei giocatori che, ovunque li metti, fanno sempre il “loro” senza mai sfigurare.
Questa stagione per il Manchester non è andata certo bene: in campionato i “Red devils”si sono fatti soffiare sotto il naso il titolo dai “cugini” del City mentre in Europa sono stati eliminati prima dalla Champions e poi dall’Europa League. Siamo altresì sicuri che Ferguson abbia già archiviato questa stagione da incubo e sia proiettato alla prossima annata, una stagione nella quale la Premier deve tornare nella sponda “rossa” di Manchester. Questo obbiettivo sarà raggiungibile anche grazie al prezioso apporto di Phil Jones, colui che “sigillerà” e “arginerà” la retroguardia dello United. Del resto il futuro è tutto dalla sua parte: nel suo club e nella nazionale inglese si assisterà nel giro di poco ad un massiccio ricambio generazionale, un ricambio che come sempre sarà doloroso ma necessario. Alcuni dei principali “totem” del calcio inglese, da John Terry a Rio Ferdinand fino ad arrivare ad Ashley Cole o a Jamie Carragher hanno dato tanto ai loro rispettivi club e alla “Nazionale dei Tre Leoni” e “viaggiano” inesorabilmente intorno alle “trenta primavere” e per questo sfoggiano sovente prestazioni non proprio impeccabili e all’altezza del nome che portano sulle spalle; del resto il tempo scorre inesorabile per tutti e questa, soprattutto nel mondo del calcio, è una grande verità. A Jones quindi non resta che rimanere sempre sé stesso, un giocatore combattivo, volenteroso, ma nello stesso tempo umile e consapevole delle sue enormi potenzialità; e i “supporter” inglesi dalla loro potranno fare sonni tranquilli: la difesa del futuro ha già il suo leader, un ventenne di Preston che farà la storia del calcio britannico.
Nicola Ledri