Intervista esclusiva al centravanti croato per parlare di calcio a trecentosessanta gradi
Sasa Bjelanovic, attaccante croato classe ’79 dell’Hellas Verona, è arrivato nel campionato italiano nell’estate del 2002, quando Preziosi lo portò a Como per il ritorno dei lariani nella massima divisione dopo tredici anni. Dalle rive del lago di manzoniana memoria, il centravanti, potente e abile nel gioco aereo, inizia un personale giro d’Italia che lo porta a giocare al Chievo, al Perugia, con cui vince l’Intertoto e, da lì, in Serie B con il Genoa.
I rossoblù lo cedono al Lecce, di nuovo nella massima serie agli ordini di Zeman. Poi due anni ad Ascoli, in granata col Torino e due stagioni tra i cadetti con il Vicenza. Lascia l’Italia nella stagione 2010-11 per giocare in Romania con il Cluj: quell’anno esordisce anche in Champions League. La parentesi estera si conclude e Sasa ritorna in quella che ormai è la sua seconda patria, a Bergamo con l’Atalanta.
Infine, eccolo con gli scaligeri dell’Hellas Verona, con cui gioca realizza 5 reti in campionato: l’Hellas arriva fino alle semifinali dei playoff per la promozione in A, ma vengono eliminati dal Varese di Maran che questa sera si giocherà la finale di ritorno contro la Sampdoria.
Noi di Tuttocalciatori abbiamo intervistato Sasa Bjelanovic per parlare con lui dell’annata trascorsa a Verona e dei suoi progetti futuri, con un occhio agli Europei.
Come giudica l’annata appena trascorsa del Verona?
“Un’annata sopra le aspettative: abbiamo disputato un ottimo campionato pieno di emozioni e soddisfazioni. Peccato per il finale, ma penso che comunque è stato un anno positivo e molto bello per noi”.
Alla promozione in Serie A ci credevate?
“Sì. Anzi, pensavamo a un certo punto di arrivarci direttamente, senza i playoff; poi alla fine Torino e Pescara si sono dimostrate più forte. Purtroppo abbiamo pagato caro il prezzo della semifinale di andata giocata a Varese”.
A livello personale, come valuta la sua stagione?
“Penso che è stato un anno molto discontinuo dal punto di vista delle prestazioni, a causa di qualche problema fisico. All’inizio forse ero in ritardo di condizione; poi, purtroppo è arrivato un infortunio che mi ha fatto stare fuori un po’ di tempo e, quando non hai continuità in allenamento è anche difficile ritrovare la condizione alla ripresa. Quando l’ho trovata, verso la fine, penso di aver giocato bene”.
Il suo futuro?
“Ho un altro anno di contratto con il Verona. Per il momento non ho parlato con nessuno: adesso, in teoria, ci sarà il cambio della proprietà, vediamo quali sono i loro programmi e le loro idee. Ci parleremo e decideremo insieme”.
Lei rimarrebbe a Verona?
“Sì, a Verona sto bene, sia con l’ambiente che con i compagni. Fosse per me, resterei; bisogna vedere quali sono le idee della dirigenza e dell’allenatore”.
L’Italia e la Croazia sono nello stesso girone degli Europei. Come vede queste due nazionali?
“Per tradizione e blasone l’Italia è favorita rispetto alla Croazia che, però, non ha nulla da perdere. Non è più la squadra di campioni di una volta, ma comunque nelle competizioni europee e mondiali ha sempre fatto molto bene. Oltretutto siamo tradizionalmente un avversario ostico per gli azzurri che, ripeto, restano comunque favoriti, nonostante problemi di vario genere”.
Quale è la favorita per la vittoria finale di Euro 2012, secondo lei?
“Spagna, Germania e Olanda, anche se questa competizione regala spesso sorprese: ad esempio ho visto la Russia ieri sera e mi ha fatto un’ottima impressione. C’è sempre qualche outsider che agli Europei riesce a far bene”.
Invece tra Sampdoria e Varese chi andrà in A?
“Per la stima che ho per Maran mi piacerebbe che ci andasse il Varese; però credo che la Sampdoria ha l’esperienza e gli uomini giusti per resistere sullo 0-0 o, comunque, a non perdere”.
Emanuele Giulianelli