Personalità e talento da vendere, ha incantato col Barcellona e con la Bulgaria! Il pessimo carattere non gli ha impedito di vincere il Pallone d’Oro!
Sono in molti a sostenere che le basi dell’epopea di Guardiola come allenatore vincente e spettacolare abbiano radici in famiglia, per così dire. Ci riferiamo, infatti, al modo di inculcare e insegnare calcio che il grande Johan Cruijff aveva intrapreso qualche decennio fa. E sempre a Barcellona, dove peraltro Pep Guardiola era uno dei più brillanti protagonisti in positivo. L’allenatore olandese, infatti, all’inizio degli anni novanta fu il primo a stappare la bottiglia del calcio spettacolo, votato al possesso di palla e intriso di schemi tanto offensivi quanto micidiali.
In quel Barcellona, che vinse scudetti e titoli internazionali in successione, si alternarono tanti campioni e stelle straniere, fra cui l’immenso Hristo Stoichkov. E’ tuttora riconosciuto come il più forte calciatore bulgaro della storia, per qualità tecniche e caratteriali si è sempre dimostrato un leader e un formidabile cannoniere. Giocò anche in Italia, al Parma, ma in Emilia non riuscì mai ad incidere a sufficienza. Colpa anche del suo pessimo carattere e di qualche infortunio di troppo; ma le sue qualità sono fuori discussione. Procediamo con ordine…
Hristo Stoichkov nacque a Plovdiv l’8 febbraio 1966 e cominciò a giocare nel Maritza (il club della sua città) e nell’Hebros. La fama arrivò col passaggio nella squadra bulgara di maggior prestigio, il CSKA di Sofia. Hristo svariava con destrezza nel reparto offensivo, ed era bravo a ricoprire tutti i ruoli d’attacco. Mancino naturale e veloce come un’ anguilla, Stoichkov era letale quando scattava dalla fascia sinistra palla al piede per poi sfondare con inaudita potenza nei sedici metri finali. Possedeva un tiro potente e preciso nello stesso tempo, e i portieri avversari passavano davvero un gran brutto quarto d’ora quando lo vedevano dalle loro parti… E pensare che proprio nel CSKA, quindi in effetti all’alba della sua carriera, un’incredibile disavventura poteva costargli cara. Finale della Coppa di Bulgaria: di fronte il Levski, la squadra della polizia, e proprio il CSKA (la squadra dell’esercito) del diciannovenne Hristo.
Invece del tabellino dell’incontro, i giornalisti dovettero scrivere articoli di cronaca nera… La contesa fu interrotta da una gigantesca rissa provocata dagli stessi giocatori e che coinvolse anche tifosi e addetti ai lavori. Un turbine di violenza, e lo stesso Stoichkov fu fra i più accesi protagonisti in scena. Il risultato? La Coppa quell’anno non venne assegnata e i giocatori coinvolti (Hristo compreso) vennero squalificati a vita! Persino le squadre, per la vergogna, vennero sciolte e rifondate con i nomi di Sredetz e Vitosha. Un anno dopo le squalifiche vennero revocate, grazie alla provvidenziale qualificazione della Nazionale bulgara ai mondiali messicani del 1986. Una vera fortuna, sia per Stoichkov che per il calcio…
Nel 1990 la svolta professionale per Hristo, che passò al Barcellona dove scrisse pagine memorabili per la storia del club e per se stesso. Realizzò tanti gol, alcuni splendidi, e diede una valanga di assist ai compagni d’attacco. Vinse 4 campionati spagnoli consecutivi, una Coppa del Re, una Coppa Delle Coppe, 2 Supercoppe Europee e soprattutto fu un perno fondamentale della prima Coppa dei Campioni vinta dai catalani, quella del 1991/92 contro la Sampdoria di Vialli e Mancini. Un vero spettacolo, Hristo Stoichkov, che in quel Barcellona delle meraviglie giocò fino al 1998 (eccezion fatta per l’amara esperienza col Parma del 1995/96). Giocò al fianco di talenti straordinari come Koeman, Laudrup, Romario, Ronaldo, Rivaldo e lo stesso Guardiola; insomma, valeva sempre la pena pagare il biglietto per una partita al Camp Nou!
Il suo anno migliore fu decisamente il 1994, dove insieme alle gioie spagnole trovò una grande continuità anche in nazionale. La Bulgaria, che storicamente è sempre stata una squadra materasso, trovò in Stoichkov il suo talismano nei campionati del mondo americani. Hristo segnò reti meravigliose e soprattutto pesanti, che contribuirono fortemente allo storico 4° posto finale. Per Stoichkov il trionfo fu completo, anche grazie al titolo di capocannoniere del mondiale (7 centri, come il russo Salenko) e alla conquista del Pallone d’Oro 1994. Un altro successo storico, quest’ultimo: il primo per un calciatore bulgaro!
Per fortuna, il brutto carattere stavolta non ha inciso in maniera irreversibile nella carriera del campione, anche se il bisbetico Hristo talvolta sembrava prenderci gusto a mettersi nei guai! Tanti i cartellini rossi e pure qualche problema con compagni e allenatori, soprattutto dopo l’addio al Barcellona. Stoichkov, prima del ritiro, giocò anche in Giappone, in Arabia Saudita e negli Stati Uniti d’America. Qualche meritato soldino in più, prima della pensione dorata che arrivò nel 2003: con la nazionale bulgara, che invece aveva abbandonato nel 1999, Hristo vanta 36 reti in 81 presenze. L’avventura come allenatore, almeno finora, è stata invece avara di soddisfazioni; del resto la sua proverbiale antipatia (sentendo almeno il parere di molti presidenti di club che avevano puntato su di lui) si è addirittura ingigantita col passare del tempo. Hristo Stoichkov è così, non ammette mezze misure: o lo si ama o lo si odia. Come per la maggior parte dei grandi campioni del calcio mondiale…
Lucio Iaccarino