Focus su Jetro Willems, l’atleta più giovane offerto dall’Europeo che si sta attualmente svolgendo in Polonia e Ucraina. Un terzino sinistro olandese che soprattutto nel match d’esordio ha letteralmente impressionato tifosi e addetti ai lavori.
Nella prima partita del girone l’Olanda è stata sconfitta 1 a 0 dalla meno quotata Danimarca. Un bel “flop” per una squadra che, almeno sulla carta, non faceva trasparire dubbi sulla sua elevata competitività. Tra le file degli “orange” uno dei pochi ad essersi salvato e ad aver ricevuto una valutazione sufficiente è stato Jetro Willems, un terzino sinistro classe 1994. Un predestinato.
Jetro inizia la carriera nello Sparta Rotterdam in Olanda. La grande chance non tarda ad arrivare ed ecco che, a soli 16 anni, il più quotato PSV Eindhoven acquista le prestazioni di questo promettente terzino. Willems risponde presente alla chiamata ed impiega solo pochi mesi, nonostante la tenera età, per entrare stabilmente nel giro della prima squadra e per fare breccia nel cuore dei tifosi e dell’allenatore. Negli ultimi due anni la sua maturazione calcistica è stata esponenziale: gioca con continuità anche da titolare senza mai sfigurare, attirando su di sé gli occhi e le attenzioni delle principali squadre europee (Manchester United su tutte, con Sir Alex Ferguson che ha subito visto in Lui un papabile erede del 31enne Patrice Evra).
Jetro Willems non si fa minimamente influenzare da queste voci di mercato, continua a ritagliarsi spazi importanti in prima squadra e dà pieno seguito al suo percorso di maturazione. In casa PSV tutti lo “coccolano” e lo trattano come un figlio, consapevoli probabilmente di avere tra le mani un giocatore unico, un atleta che scriverà pagine importanti del calcio olandese. Poi ci si mette anche la fortuna e nel nostro caso l’aneddoto è dei più curiosi: il recente infortunio del compagno di squadra Erik Pieters (anch’egli terzino sinistro olandese, classe 1988), induce il commissario tecnico degli “orange” a convocare Jetro per gli Europei in Polonia e Ucraina. Sembra la trama di un sogno, invece è pura realtà. E le sorprese non finisco di certo qui. Prima partita della competizione ed ecco che ti ritrovi questo giovanotto di colore titolare, lì a vigilare la sua corsia sinistra di competenza. In tutti cresce lo stupore e la curiosità: Jetro Willems a 18 anni esordisce ufficialmente in nazionale maggiore e rappresenta il giocatore più giovane del torneo! Chapeau!
A dire il vero bastano pochi minuti per comprendere la scelta del tecnico Van Marwijk. Willems viene catapultato in un palcoscenico importante, in cui hai gli occhi di tutto il mondo addosso, ma non sembra risentirne; anzi si immedesima subito nella parte, e lo fa anche molto bene. Sempre molto sicuro nelle giocate e deciso in ogni intervento, Jetro si esibisce mostrando la tranquillità e la personalità del veterano: non butta mai via la palla, ricerca sovente la giocata semplice e non vuole mai “strafare”. Qualità queste che sono sintomo di una razionalità, di una umiltà e di una consapevolezza nelle proprie capacità e nei propri limiti, che lo possono portare molto in alto…..dove già è! Ma questa “freccia nera” è molto altro: è spinta, corsa ed è soprattutto fisicità (quest’ultima veramente impressionante per un ragazzo della sua età).
La grande velocità e il discreto bagaglio tecnico gli consentono inoltre di essere temibile nell’uno contro uno e abile nelle assistenze grazie a dei traversoni e a dei cross spesso impeccabili. Sovente si vede Jetro che avanza palla al piede impostando l’azione oppure che ricerca la profondità, attraverso un uno-due o una sovrapposizione, per andare a sostenere la zona offensiva. Sottolineati alcuni degli aspetti positivi che lo contraddistinguono, è doveroso in questa sede soffermarci anche su eventuali lacune e limiti dell’atleta. Se la nostra attenzione si focalizzasse sulle prestazioni degli “orange” contro Germania e Portogallo potremmo star qui a scrivere “fiumi di inchiostro”: in queste gare Jetro, come del resto tutta la selezioni olandese, è andato letteralmente “nel pallone” (errori di copertura, mancanza di attenzione alla fase difensiva, difficoltà nel contrastare gli avversari, peccati di inesperienza,………).
Questo è un dato di fatto, però è altrettanto palese come nel nostro caso siano molti gli alibi e le attenuanti da dover considerare: in primo luogo il fatto che l’Olanda nell’arco delle tre partite del girone non è mai parsa competitiva e all’altezza dei nomi che la compongono quindi si sa che, quando un’intera squadra non gira, ne risentono negativamente tutti i membri della rosa; dobbiamo inoltre tenere in considerazione gli avversari che il giovane terzino si è trovato di fronte in questi match: parliamo di giocatori tipo Thomas Muller o Nani quindi di fuoriclasse, di “top player” che manderebbero in “tilt” chiunque (immaginate un classe 1994!). Nonostante tutto, c’è una consapevolezza che è certa e ben radicata nella testa degli addetti ai lavori: applicandosi, lavorando e costruendo su queste già ottime basi, si può ottenere uno dei migliori laterali bassi degli ultimi anni. Questa è una certezza e nessuno può dissentire questa nostra tesi.
L’Olanda è già uscita dalla manifestazione e l’unico che ne ha obbiettivamente tratto dei vantaggi è stato proprio il nostro Jetro Willems: l’essersi esibito con continuità, a soli 18 anni, in una manifestazione così rinomata come la fase finale di un Europeo, di fatto non può che aver plasmato e maturato ulteriormente il ragazzo. Inoltre siamo convinti che Van Marwijk, o chi per esso, continuerà a dargli fiducia anche in futuro e Lui saprà sicuramente ripagare la stima di tutti i commissari tecnici che avranno l’onore e la fortuna di allenarlo.
C’è un grosso fiore che sta sbocciando e nella “Terra dei tulipani” se ne sono accorti da tempo.
Nicola Ledri