Juan Sebastian Veron ha deciso di lasciare il calcio. Un grande giocatore che ha disputato la sua ultima partita con la maglia dell’Estudiantes.

Juan Sebastian Veron

Juan Sebastian Veron con la maglia dell'Estudiantes (foto dal web)

Qualche giorno fa ha deciso di dire basta col calcio Juan Sebastian Veron, calciatore argentino che ha lasciato qualcosa di veramente importante in ogni squadra dove ha militato. Nato il 9 Marzo 1975, sale agli onori della cronaca, almeno italiana, nell’estate del 1996, quando, sulle pagine del Guerin Sportivo lo si vede comparire nelle foto dei nuovi stranieri della Sampdoria: Pierre Laigle, Oumar Dieng e, appunto, il centrocampista argentino senza capelli e con il pizzetto, con quel look da cattivo a camuffare una faccia da buono.

Bella squadra quella Samp! Sotto la guida di Eriksson, conquistò un buon sesto posto, con conseguente qualificazione per la Coppa Uefa, grazie ai gol della coppia d’attacco formata da Vincenzo Montella e da Roberto Mancini e alle geniali intuizioni proprio di Veron. Non lo conoscevano in molti quando arrivò in Italia dal Boca Juniors. Era cresciuto calcisticamente nella squadra della sua città, l’Estudiantes di La Plata, dove aveva militato anche il padre che vinse, tra l’altro, una Coppa Intercontinentale in finale contro il Manchester United. Da lì era passato alla squadra gialloblù di Buenos Aires.


Sven Goran Eriksson lo notò in una partita che stava disputando con la maglia della nazionale argentina e decise di portarlo a Genova. Geometria, senso della posizione, dinamismo e un gran tiro dalla distanza erano le caratteristiche che gli hanno permesso di imporsi subito anche lontano da casa, in un campionato difficile come quello italiano, e di diventare subito un beniamino dei tifosi doriani. A fine stagione, Eriksson lasciò la Sampdoria per accasarsi alla Lazio. Veron lo raggiungerà più tardi, dopo un’altra stagione in blucerchiato e una al Parma. Giusto il tempo di vincere qualcosa di importante: una Coppa Uefa e una Coppa Italia con gli emiliani.

Così, grazie a un pacco di miliardi (di lire!), nell’estate del 1999 Juan Sebastian si ritrovò nella città eterna. Con la Lazio ha conquistato di tutto, dalla Supercoppa Europea, a quella Italiana, dalla Coppa Italia allo scudetto del 1999-2000. Nel 2001, ormai consacrato tra i migliori centrocampisti del mondo, Veron passò al Manchester United e, anche lì, conquistò il campionato. Due stagioni nei Red Devils, una al Chelsea e il ritorno in Italia, con la maglia dell’Inter. Ancora trionfi. Nel 2006 decise di tornare a casa, per indossare di nuovo la gloriosa maglia a strisce bianche e rosse dell’Estudiantes: un ritorno da campione consacrato, un ritorno per far tornare la squadra sua e di suo padre ai fasti di un tempo.


Arrivarono le vittorie nel Campionato Apertura 2006 e 2010, ma soprattutto la Coppa Libertadores del 2009 a cui vanno aggiunti i trofei personali, due volte eletto calciatore sudamericano dell’anno (equivalente del Pallone d’oro europeo) e due volte calciatore argentino dell’anno. Pochi giorni fa Juan Sebastian Veron ha giocato la sua ultima partita, con la maglia dell’Estudiantes, dando l’addio al calcio. Un grande giocatore, con un solo rimpianto nella carriera: la finale del Mondiale per club (che ha sostituito la Coppa Intercontinentale) persa con il Barcellona, che gli avrebbe permesso di eguagliare il padre.

Emanuele Giulianelli