Riflessioni su quello che è il trasferimento di Zlatan Ibrahimovic dal Milan al Paris Saint Germain e tutte le polemiche che ci sono state.

Denis - Ibrahimovic (foto presa dalla rete)

L’Italia ormai, si sà, è terra di conquista. Eccezion fatta per la Juventus, forte degli introiti per lo stadio di proprietà, tutti han bisogno di cedere per far quadrare i bilanci, anche in prospettiva del fair play finanziario. Il periodo è quello che è, e bisogna andare a puntare sui giovani, a scoprire talenti, e a ricercare il colpaccio “low cost” (vedi Nocerino). Insomma, diciamolo apertamente, la dirigenza rossonera di soldi non ne ha. Relativamente.

Non ha i soldi per acquistare quei 4/5 campioni che Zlatan Ibrahimovic riteneva necessari per tornare ad essere competitivi su tutti i fronti. Questo è un ragionamento soggettivo che si può accettare o meno; e non è questo che andiamo a criticare, ci mancherebbe. La nota che stona nelle parole dell’attaccante svedese (“Il Milan non ha soldi” 25/05, “Vi serve un assegno?” 14/07) è di ben altra pasta. Difatti, caro Gulliver (così come ama chiamarlo Conte), forse di assegni ne avrai bisogno te. Tu che di anno in anno, di squadra in squadra, sei sempre andato alla ricerca di chi aveva il tetto ingaggi più alto, per occuparne di giustezza il podio della graduatoria.


Tu che non hai mai provato amore per una maglia, maggiore a quello che hai mai provato per il Dio danaro. Tu, calciatore di indiscutibile livello, ma protagonista troppe volte di discutibile signorilità, queste ramanzine non sei adatto a farle, consenticelo. Forse il Milan ti cede perchè 12 milioni all’anno, permettici ancora, sono un po’ al di sotto del concetto di sostenibilità economica. E così voli a Parigi per mantenere i tuoi standard di stipendio annuale…giusto così. D’altronde, se avessi voluto rimanere, ti saresti spalmato l’ingaggio, anche se poi avresti dovuto lottare contro fame e freddo per un contratto che non avrebbe raggiunto la doppia cifra, vero? Quindi la domanda che ci poniamo, caro Zlatan, è la seguente: “avrai mica bisogno di un assegno?”

Mariano Fioretto