La disamina, a caldo, del tecnico granata sulla gara della Salernitana vinta per 1-0 sul Melfi
La sala stampa dell'Arechi (tuttocalciatori)
E’ ufficialmente scattata la nuova Coppa Italia Lega Pro 2012/2013 che ieri ha visto la Salernitana di mister Galderisi avere la meglio, seppur di misura grazie alla rete di Mounard, su un ottimo Melfi venuto a Salerno con l’intenzione seria di giocarsela a viso aperto.
Il tecnico Galderisi, nel post-partita, racconta ai giornalisti presenti le proprie impressioni riguardo il match:
“Giocare qui (allo stadio “Arechi” ndr) non è come giocare in altri stadi”. Queste, a caldo, le prime parole dell’allenatore appena entrato in sala stampa — “E’ stata una faticaccia, nel primo tempo ho visto una partita mentre nel secondo ne ho vista una totalmente diversa.
L’avevamo preparata in un certo modo ma vuoi la nostra frenesia, vuoi il loro pressarci a tutto campo e abbiamo visto come siamo andati in netta difficoltà. La volontà era quella di entusiasmare fin da subito questo meraviglioso pubblico, purtroppo non ci siamo riusciti a pieno. Bisogna rispettare il lavoro settimanale senza forzare la mano.”
Il Mister fa un plauso al Melfi, squadra ancora incompleta come organico ma con una bella quadratura di gioco:
“Il primo tempo abbiamo sbagliato tutto quello che potevamo, ma gran parte del merito va al Melfi venuto qui a Salerno senza timori reverenziali per giocarsela fino in fondo mettendoci in grossa difficoltà nella prima frazione quando loro erano sempre in superiorità numerica a centrocampo, poi nell’intervallo ci siamo guardati negli occhi e siamo entrati in campo nella ripresa dandoci una svegliata interpretando la gara come dovevamo giocando in modo semplice e senza strafare. Cristiano Rossi? Può giocare sia esterno basso che alto.”
Infine, interpellato sul mercato, Nanu risponde cosi:
“Io penso ai giocatori di cui dispongo, di chi non ha firmato con la Salernitana non parlo perchè non è un mio giocatore. La società sta operando in maniera egregia, Lotito e Mariotto sanno il fatto loro.”
Mario Miccio