L’ex calciatore argentino, ora allenatore del River Plate, si racconta in un libro biografia e parla anche della sua esperienza italiana e del titolo dei giallorossi vinto nel 2001.
Nuove ombre sul nostro campionato italiano arrivano questa volta da oltre oceano: negli ultimi giorni l’ex Lazio, Parma, Inter e Brescia Matias Almeyda ha lanciato la sua biografia “Almeyda, Anima e vita’, nel quale racconta a 360° la sua esperienza sui campi di calcio ed in alcune parti del suo libro si sofferma anche sulla sua esperienza italiana, specialmente quella al Parma e nello specifico nella stagione 2000/2001 quando lo scudetto venne vinto dalla Roma proprio all’ultima gara vinta sul Parma per 3-1.
Ecco il racconto di Almeyda in merito a quel match: “Alcuni compagni del Parma ci hanno detto che i giocatori della Roma volevano che noi perdessimo la partita. Che siccome non giocavamo per nessun obiettivo, era uguale. Io ho detto di no. Sensini, lo stesso. La maggioranza ha risposto così. Ma in campo ho visto che alcuni non correvano come sempre. Allora ho chiesto la sostituzione e me ne sono andato in spogliatoio. Soldi? Non lo so. Loro lo definivano un favore…”.
L’ex centrocampista argentino, ora allenatore del River Plate, racconta anche un altro episodio nella sua esperienza parmense: “A Parma ci facevano una flebo prima delle partite. Dicevano che era un composto di vitamine, ma prima di entrare in campo ero capace di saltare fino al soffitto. Il calciatore non fa domande, ma poi, con gli anni, ci sono casi di ex calciatori morti per problemi al cuore, che soffrono di problemi muscolari e altro. Penso che sia la conseguenza delle cose che gli hanno dato”.