Il difensore avrebbe partecipato alla combine tra Bari e Salernitana nel 2008, quando indossava la maglia dei pugliesi.
Nella giornata di ieri, martedì 9 ottobre, il capo della Polizia Antonio Manganelli aveva rilasciato delle dichiarazioni scottanti riguardo la vicenda Calcioscommesse: “Altri comportamenti stanno per venire fuori e porteranno a ulteriori risposte, se possibile ancora più clamorose”. Chiari i riferimenti a quache pesce grosso militante in squadre importanti. Subito si è pensato al difensore dell’Inter, fresco di ritorno in Nazionale, Andrea Ranocchia. L’atleta umbro è stato ascoltato a Bari lo scorso agosto ma la Procura non si è ancora pronunciata sul suo conto.
Probabilmente gli investigatori volevano vederci chiaro per non rischiare di ‘prendere un granchio’ come è capitato con qualche calciatore prima deferito poi scagionato. L’ edizione quotidiana della ‘Gazzetta dello Sport‘ mette in luce retroscena inquietanti, che potrebbero minare la serenità del ragazzo autore fino ad ora di una buona stagione e portarlo a una squalifica che lo terrebbe lontano dal calcio giocato. Così come il difensore, sudano freddo Gillet e Gazzi, altri calciatori ancora protagonisti in serie A.
Le partite sulle quali si è focalizzata l’attenzione degli inquirenti sono Bari-Treviso del maggio 2008 e Salernitana-Bari dell’anno successivo, quando i pugliesi erano in serie B, guidati dall’ attuale allenatore della Juventus Antonio Conte. Ad ‘indirizzare’ le indagini sono state le confessioni dei pentiti primordiali Micolucci e Masiello, all’epoca compagni di squadra proprio al Bari. In seguito alle loro rivelazioni sono stati sentiti tutti gli altri componenti della rosa. In molti, tra cui, Ranocchia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ma ora è probabile che facciano sentire le proprie voci, dopo che la collaborazione di tre-quattro nomi ha fatto crollare il muro dell’omertà. Vediamo, secondo Masiello, come si sono svolti i fatti.
Nel 2008 il Treviso ha bisogno di punti per salvarsi e li chiede al Bari, già tranquillo. L’ intermediario è un ex, Pianu, ma trova strada sbarrata da Cristian Stellini (l’ex vice-Conte alla Juve, squalificato in seguito a un altro filone, all’epoca difensore biancorosso) che non ci sta e forza i compagni per giocarsela. Masiello se ne lava le mani autocensurandosi, trovando un cartellino che lo estromette dal match. I pugliesi scendono in campo comunque demotivati e i veneti hanno la meglio. L’ estate seguente Antonio Conte esprime il desidero di disporre di un giocatore che già aveva avuto alle sue dipendenze ad Arezzo due anni prima, in questo modo il promettente Ranocchia entra a far parte della rosa pugliese.
Le sue prestazioni sono subito straordinarie, il ventenne fornisce un contributo importante alla causa del Bari che a fine anno riesce a ottenere la promozione nella massima serie. L’obiettivo è centrato con qualche domenica in anticipo, e le ultime partite non hanno praticamente senso, se non per chi ha necessità di punti e affronta un Bari che non ha più stimolo, tolto quello di festeggiare. Una di queste è la Salernitana che rincorre la salvezza. E’ la partita finale, i campani offrono per la vittoria 160mila euro agli avversari. C’è sempre la solita ‘grana Stellini’ da risolvere. Il capitano dei granata Fusco allora lo incontra, cerca di convincerlo.
Le tifoserie gemellate premono verso l’accordo. Stellini quindi riunisce i suoi compagni e illustra la situazione. Il gruppo accetta, alla fine il solo Gazzi, attualmente al Toro, sembra defilarsi. La combine avviene, e il premio viene equamente spartito tra i giocatori, escluso lo staff tecnico. Sembra che Conte non sia a conoscenza di nulla. A Gazzi viene regalato un computer, un gesto simbolico per ammorbidirlo e fargli ‘dimenticare’ l’accaduto. E Ranocchia? Ha ancora la faccia da bambino, che ha appena conquistato la serie A e raggiunto un sogno. Non ha motivo di sporcarsi le mani toccando soldi illeciti. Incassa la sua parte, ma la girerebbe a qualcuno più bisognoso di lui.
Tanto basta, però, per rischiare un deferimento per illecito sportivo, o al massimo un omessa denuncia, e di conseguenza una squalifica. Tutta l’Inter spera vivamente che ciò non accada e che il proprio tesserato possa tirarsi fuori da questo vortice.
Lorenzo Attorresi