Alessandro Nesta, ex difensore di Lazio e Milan, ora in Canada al Montreal Impact parla della sua nuova esperienza e del calcio italiano.
Presenze in Serie A: 425. Marcature: 8. Partite sbagliate: quasi nessuna. Manca eccome al calcio italiano, uno dei classe ’76 più forti che abbiano mai calcato i campi nostrani, europei e mondiali. Manca soprattutto ai tifosi del Milan, squadra dove il buon vecchio Alessandro Nesta, ha passato dieci anni della sua lunga carriera. Ora è il perno della retroguardia della modesta squadra del Montrèal Impact, dove militano anche alcune conoscenze, recenti o meno, del nostro campionato (Ferrari, Di Vaio, Corradi).
Il forte difensore romano si confessa così in esclusiva per “La Gazzetta Dello Sport”, soffermandosi sul cambiamento che la sua vita ha subìto durante questa esperienza: “Mi trovo benissimo. Il Canada è un bellissimo Paese, sto inserendomi ma devo ancora adeguarmi al loro tipo di calcio, molto diverso da quello italiano. La mia vita scorre tranquilla, senza stress, ho più tempo per stare coi miei figli, i vicini di casa non mi conoscono. Giocare al calcio girando l’America è molto appagante.”
E, per quanto riguarda un suo nuovo approdo nel Bel Paese: “Non tornerò in Italia, farò le vacanza a Miami. Contatti? Nessuno. Sarei tornato a piedi al Milano se solo avessi qualche anno di meno, adesso proprio non ce la farei a ripresentarmi in Serie A, devo fare i conti con l’età. Magari potessi tornare indietro, rivivere tutti i successi conquistati con la maglia rossonera. Ma non si può. Sono andati via tanti giocatori, ma adesso vedo che sta riprendendosi. Leggo i giornali, visto da fuori avete avuto troppa fretta di fare il funerale al Milan, presto arriveranno i risultati positivi e la squadra, che ha molta qualità, risalirà la classifica. Anche l’anno passato abbiamo cominciato male, poi abbiamo iniziato la scalata salendo al primo posto.
Rilascia inoltre il suo punto di vista sul futuro che incombe su Massimiliano Allegri: “Se la caverà sicuramente. Il Milan storicamente è un club che non brucia gli allenatori. La dirigenza ha fatto bene a dare fiducia a Max, decisione più saggia. Sorpreso da El Shaarawy? No, anche l’anno scorso ha fatto vedere il suo potenziale, ma aveva meno spazio perché c’era Ibra. Ha talento, è molto estroso, abile nella giocata veloce, vede la porta e sa andare in gol con tante soluzioni. E non dimenticate Boateng, Robinho e Pato…”.
Infine una battuta sulla diatriba scudetto: “Il campionato è aperto ed è prematuro sostenere che lo scudetto sia un affare ristretto a Juve e Inter. Vedrete che alla fine i miei ex compagni faranno bene, faccio il tifo per loro”.
Mariano Fioretto