“Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo.” Parole di PPP poeta e calciatore. NovantaPa’ ricorda Pier Paolo Pasolini e la sua passione per il calcio.
«Senza cinema, senza scrivere, che cosa le sarebbe piaciuto diventare?»
«Un bravo calciatore. Dopo la letteratura e l’eros, per me il football è uno dei grandi piaceri».
Pasolini in una intervista rilasciata a Enzo Biagi, «La Stampa», 4/1/’73
Già! Perché Pier Paolo Pasolini scriveva, girava film e condivideva senza remore le sue idee scomode. Ma giocava anche a calcio, molto e con passione!
Proprio a San Benedetto del Tronto, nello storico Stadio Ballarin e contro le vecchie glorie della Sambenedettese Calcio, Pasolini in squadra con la nazionale italiana artisti giocò la sua ultima partita. Un mese e mezzo dopo venne assassinato, il 2 Novembre 1975.
A 90 anni dalla nascita, Pasolini viene ricordato con l’evento novantaPa’ presso il Museo Pietraia dei Poeti a San Benedetto del Tronto il 17 novembre 2012. Alle 16.30 verrà inaugurata la nuova statua dello scultore sambenedettese Marcello Sgattoni dedicata a Pier Paolo Pasolini. Alla 17 Francesco Anzivino e Enrico Corinti ricorderanno con un reading il Pasolini poeta e calciatore.
«I pomeriggi che ho passato a giocare a pallone sui Prati di Caprara
(giocavo anche sei-sette ore di seguito, ininterrottamente: ala destra, allora, e i miei amici,
qualche anno dopo, mi avrebbero chiamato lo “Stukas”: ricordo dolce bieco)
sono stati indubbiamente i più belli della mia vita. Mi viene quasi un nodo alla gola,
se ci penso. Allora, il Bologna era il Bologna più potente della sua storia:
quello di Biavati e Sansone, di Reguzzoni e Andreolo (il re del campo),
di Marchesi, di Fedullo e Pagotto. Non ho mai visto niente di più bello
degli scambi tra Biavati e Sansone (Reguzzoni è stato un po’ ripreso da Pascutti).
Che domeniche allo stadio Comunale!». Pier Paolo Pasolini