Riconosciuto il diritto al lavoro per il calciatore. Il problema, però, è la squalifica del Giudice Sportivo.

Pietro Arcidiacono

Pietro Arcidiacono, attaccante della Nuova Cosenza (foto dalla rete)

Sta per terminare la settimana più tumultuosa della vita di Pietro Arcidiacono, l’attaccante della Nuova Cosenza Calcio, salito agli onori della cronaca per la maglia “pro Speziale” mostrata dopo un gol realizzato contro il Sambiase sabato 18 novembre e per la quale si è beccato prima un Daspo di tre anni e poi la squalifica fino al 20 luglio 2013 dal Giudice Sportivo. In mezzo a tutti questi fatti negativi arriva anche una buona notizia per il rossoblu: il Questore di Catanzaro che aveva emesso il Daspo, ha deciso che Arcidiacono potrà allenarsi e giocare a calcio nonostante il provvedimento che lo ha colpito.

…considerato che – si legge nel dispositivo del Questore di Catanzaro – l’attività lavorativa della quale il calciatore trae i propri mezzi di sussistenza, autorizza lo stesso alla preparazione fisica e atletica e a disputare, se convocato, le gare del Cosenza Calcio“.


In pratica è stato riconosciuto il diritto al lavoro di Arcidiacono ed il fatto che dall’attività calcistica trae l’unica fonte di sostentamento della propria vita. Ora lo scoglio rimane la giustizia sportiva che ha comminato ben otto mesi si squalifica (fino al 20 luglio 2013). Sono giorni frenetici questi in quanto i tempi per intavolare un ricorso sono molto stretti e la stessa società cosentina, nella figura del presidente Guarascio, deve decidere se ricorrere o meno.

Enrico Tassotti