E’ uno degli uomini cardine della squadra della diga. Da un paio di anni le sorti dell’attacco clivense sono nelle sue mani.
Scusate il ritardo. Replicherebbe così Cyril Thereau a tutti coloro che al suo arrivo in Italia lo etichettarono come scommessa persa o giocatore mediocre. Ad oggi le carte in tavola si sono completamente capovolte: Thereau da due anni a questa parte sta riuscendo a mettere in mostra tutte le sue doti, legittimando appieno il cospicuo investimento che il Ds Sartori fece per portarlo a Verona.
Dopo la buona annata dello scorso anno, il francese si sta pienamente riconfermando e, supportato da un partner affidabile come Alberto Paloschi, sta egregiamente reggendo le sorti dell’attacco gialloblu. La sua affermazione inoltre, è stata accolta come una manna dal cielo da tutto l’ambiente, questo considerando soprattutto le brusche flessioni che negli ultimi tempi hanno attanagliato alcuni giocatori del medesimo reparto: da capitan Pellissier che sta trovando molto meno spazio rispetto agli altri anni, passando per la meteora Samassa e finendo con giocatori quali Moscardelli, Di Michele o Cruzado che hanno fatto le valigie nella sessione di calciomercato appena archiviatasi.
Come detto però, in mezzo a questo spartito di note dolenti ve né una che risuona bene, per non dire magicamente. Thereau ha preso per mano il Chievo Verona e sta, oseremo dire, finalmente, mettendo in mostra tutte le sue indiscusse qualità: buona fisicità, agilità, efficacia nelle palle inattive, discreta presenza in zona gol (5 le reti messe a segno finora) e soprattutto tecnica pregevole che spesso gli consente di venire a prendersi palloni giocabili nella propria metà campo per poi impostare, egli stesso, le azioni dei gialloblu.
Collocato dietro le punte (ruolo che predilige) diventa una sorta di secondo regista, o di regista avanzato come dir si voglia (come tipologia di giocatore ricorda molto Mirko Vucinic della Juventus per intenderci). Quando poi giunge sulla trequarti avversaria, sa essere devastante: è in quella zona del campo che sfrutta al meglio le sue caratteristiche e la sua visione del gioco, riuscendo sovente ad aprire le ermetiche difese avversarie con giocate illuminanti e preziose. Un top player? Quasi.
Ciò che gli manca per la definitiva consacrazione è la continuità nelle prestazioni: non sempre infatti a partite pienamente sufficienti ne seguono altre altrettanto positive. Noi siamo altresì convinti che Thereau, nonostante i suoi 29 anni, possa ancora affinare il suo feeling col calcio italiano e migliorare ulteriormente, per giungere, in un secondo momento non troppo remoto, alla definitiva esplosione.
Ora comunque la palla passa al Zidane del Chievo Verona; un francese che è arrivato in Italia in punta di piedi e che adesso, domenica dopo domenica, sta letteralmente conquistando tutti, compagni, tifosi, addetti ai lavori ed Eugenio Corini, uno che si è letteralmente invaghito del suo estro e del suo talento.
Nicola Ledri