Il pareggio contro il Charlton Athletic regala la promozione in Premier League ai Bluebirds di Cardiff. In maglia rossa.
L’ultima volta che il Cardiff ha disputato la Prima Divisione inglese è stata nel lontano 1961-62, quando non bastarono i 18 gol del bomber gallese Dai Ward per evitare alla squadra il penultimo posto, davanti solo al Chelsea, e la retrocessione. Ieri sera, dopo il pareggio per 1-1 in casa contro il Charlton Athletic, l’apoteosi: sette punti di vantaggio sugli arancioni dell’Hull City e ben tredici sul Watford di Zola e degli italiani a tre giornate dal termine, un campionato dominato dall’inizio alla fine senza il minimo accenno di flessione e la promozione, meritatissima, nella massima divisione del campionato inglese che dal 1992 ha assunto il nome di Premier League.
Il Cardiff, infatti, non ha mai preso parte al campionato nazionale gallese, scegliendo di confrontarsi con i più forti team inglesi e portando, così, i colori della propria nazione in uno dei campionati più importanti del mondo. Il problema, però, è proprio cromatico.
La maglia della squadra, infatti, sin dalla sua fondazione nel 1899, è sempre stata di colore blu: i giocatori e i tifosi del Cardiff, infatti, sono conosciuti con l’appellativo di Bluebyrds. Ma nell’estate 2012 l’uomo d’affari malese Dato Chan Tien Ghee acquista la maggioranza del club e decide di cambiare la divisa ufficiale: al blu, che viene relegato sulle maglie da trasferta, sostituisce il rosso, che riprende il Y Ddraig Goch, il Dragone rosso appunto, simbolo e bandiera del Galles intero. Una squadra che, nel disegno del businessman asiatico, deve avere la missione di portare in giro per la Gran Bretagna e per l’Europa i colori di un’intera nazione, non più solo quelli di una città.
Intanto in Europa, per la prossima stagione, ci giocherà l’altra squadra gallese di Premier League, lo Swansea, ma possiamo stare sicuri che anche il Cardiff punterà ad entrare nell’Europa League. Con la maglia rossa.
Polemiche si sono innescate nel tifo del Bluebyrds per il cambio di maglia, scissioni e fratture, molti si sono sentiti traditi e privati della loro storica identità: ma ieri sera per la città di Cardiff la festa è stata grande. Le immagini spettacolari del campo del Cardiff City Stadium invaso all’inverosimile da tifosi festanti ha fatto il giro del mondo: e chissà che la promozione di Craig Bellamy e compagni non porti a un riappacificamento delle frange più ostili alle nuove scelte societarie con la proprietà del club.
“Parigi val bene una messa”, diceva Enrico IV. Chissà che la Premier League (e magari l’Europa) non valgano bene una maglia.
Emanuele Giulianelli