Una mostra a Milano dedicata agli allenatori Nereo Rocco e Helenio Herrera a Palazzo Reale con fotografie, video e oggetti personali.
A Palazzo Reale di Milano, una mostra racconta la rivalità tra i due mostri sacri delle panchine di Inter e Milan degli anni 60, stiamo parlando di Helenio Herrera e Nereo Rocco nella Milano calcistica di quegli anni. La mostra è curata dallo scrittore giornalista Gigi Garanzini e ha avuto inizio oggi, 24 maggio e terminerà l’8 Settembre. Siete nerazzurri, milanisti semplici calciofili o appartenenti a qualsiasi altra categoria questa è una rassegna imperdibile. E’ una mostra per appassionati di belle storie di calcio di vita, umane e sportive. Due allenatori dai caratteri contrapposti e diversi.
L’uno parla quattro lingue, poliglotta, vegetariano e astemio dava del lei a tutti, l’altro parlava solo il triestino, di famiglia benestante, amava la buona cucina e frequentava le osterie. Entrambi vincenti su sponde diverse nerazzurre e rossonere, ammaliavano le tifoserie milanesi. Centinaia di fotografie, curiosi filmati, oggetti appartenenti ai due allenatori disegnano un ritratto veritiero della Milano anni ’60 fatto non solo di calcio, ma anche di immigrati e di fabbriche.
L’evento è organizzato dal Comune di Milano. Il 22 Maggio del 1963 il “Paron” Rocco con il Milan vince la “Coppa con le orecchie” (Coppa dei Campioni). Sempre in quel mese, 4 giorni dopo Helenio Herrera vince lo scudetto per l’Inter. Fino al 1969 per 6 anni i due allenatori faranno la fortuna della Milano calcistica che diverrà la capitale mondiale della palla rotonda facendo incetta di trofei nazionali, europei, mondiali. F.c. Internazionale, A.c. Milan, Rai e Gazzetta dello Sport hanno messo a disposizione e condiviso materiali d’archivio.
Il Titolo della Mostra è QUELLI CHE…MILAN INTER ’63 LA LEGENDA DEL MAGO E DEL PARON. Palazzo Reale – Piazza del Duomo 12 – Milano. Lunedì dalle ore 14.30 alle 19.30; Martedì, Mercoledì, Venerdì e Domenica dalle 09.30 alle 19.30; Giovedì e Sabato dalle 09.30 alle 22.30.
Zaffaroni Fabio