Il più giovane d’Italia iscritto all’albo Adise ci racconta i suoi primi traguardi, le emozioni, e le importanti ambizioni.

Promotori e corsisti di Catanzaro tra cui Francesco Maglia

Promotori e corsisti di Catanzaro tra cui Francesco Maglia

Quella del Direttore Sportivo è una figura senz’altro fondamentale nel mondo del calcio. Una figura negli anni in continua trasformazione. Un ruolo che richiede impegno, sacrifici, conoscenza, formazione. A parlarcene è il lametino Francesco Maglia che può vantare di essere il più giovane iscritto all’albo Adise. Il ventitreenne, che ha appena superato il Corso di Direttore di Gestione Sportiva organizzato dal settore tecnico della Figc in collaborazione con l’Adise, ha ottenuto solo tramite una deroga l’iscrizione all’albo sopracitato in quanto è richiesta una età minima di venticinque anni.

“Ho iniziato a giocare da piccolissimo, quando avevo appena tre anni. – spiega Francesco Maglia – Ho continuato fin quasi alla maggiore età, poi però mi sono accorto che la mia aspirazione non era far parte di una squadra, ma creare una squadra. Il calcio mercato è ed è sempre stata la mia passione”.

Una volta lasciato il campo di gioco?
“Ho avuto la fortuna di muovere i primi passi in quella che per me era una nuova realtà nella squadra della mia città la Vigor Lamezia, un anno seguendo la gestione del settore giovanile e la scorsa stagione collaborando nell’area tecnica della prima squadra”.

Il momento in cui hai capito che la tua passione poteva divenire un lavoro?
“Probabilmente proprio seguendo questo corso. La mia è e sarà sempre principalmente una passione più che un lavoro vero e proprio. Ma il raggiungere un primo traguardo, il capire che la mia passione poteva trasformarsi in qualcosa di concreto, in qualcosa da coltivare professionalmente quotidianamente mi ha dato il giusto input per cercare di coniugare appunto passione e lavoro.

Questo corso ti ha quindi lasciato tanto?
“Molte cose le vivevo già quotidianamente, essendo già immerso nella gestione di una squadra. La pratica però deve essere sempre accompagnata da una buona preparazione teorica. Bisogna continuamente studiare, aggiornarsi, perfezionarsi. A me sono servite tantissime le varie lezioni sulla parte amministrativa, sui regolamenti conoscenze fondamentali, al contrario di quanto si può pensare, per la costruzione di una rosa”.

La parte più interessante del corso?
“Sicuramente le lezioni di Ursino e Giacchetta sul ruolo dell’osservatore, sulla funzione dello scouting e sull’importanza del settore giovanile. Anche quelle, però, dei professori Piantoni e Piani sulle risorse umane”.

Completezza quindi la parola giusta per definire la figura del direttore sportivo?
“Assolutamente si. Non si tratta solo di trovare giocatori interessanti, di costruire una squadra, ma anche di gestire la rosa quotidianamente, di seguirne e risolverne problemi calcistici ed umani. Di fungere da legame tra la stessa squadra, l’area tecnica e la società. Della società soprattutto deve saper salvaguardarne gli interessi. E’ una figura assai complessa difficile da riassumere”


Idee chiare per il giovane lametino Francesco Maglia che è comunque appena agli inizi.
“Ovviamente il superamento del corso è per me motivo di orgoglio, soprattutto se penso al fatto di essere il più giovane in Italia. Quindi questo personalmente è un grande traguardo che è in realtà piccolo. E’, per me un punto di partenza e non di arrivo. Ho tanto ancora da imparare, tanti altri esami da superare se voglio aspirare ad una carriera importante. Durante il corso ci hanno spiegato che se davvero vogliamo raggiungere i nostri obiettivi dobbiamo essere ambiziosi e determinati. L’emozione di questo primo traguardo è stata già per me forte, ma spero sia solo la prima di una lunga serie. Auguro a tutti i giovani di avere la fortuna di realizzare i propri sogni, e li invito a crederci e ad esser determinati perché è l’unico modo di trasformare il tutto in realtà. Impegno e onesta e le soddisfazioni sono sicuro arriveranno”.

Le basi sono state gettate, i prossimi obiettivi?
“Restare alla Vigor Lamezia e continuare a seguire mio padre che ne è appunto il direttore. Non credo di essere ancora pronto di iniziare una mia avventura. Sono consapevole del fatto che il calcio è un mondo difficile. Bisogna avere pazienza, non fare passi troppo grandi se non si è preparati, anche i piccoli errori possono costare caro. Io voglio arrivare alla massima Serie, al Milan, club di maggiore prestigio internazionale, ma sono solo all’inizio e ripeto ora sto con i piedi per terra”.

Un inizio non facile, non è semplice infatti “lavorare” nella squadra della propria città e per la quale si fa il tifo.
“E’ bello e difficoltoso nello stesso tempo. Le emozioni sono amplificate. Vittorie, sconfitte vengono sentite, vissute in modo totalizzante”.

Il tuo punto di riferimento?
“Senza ogni dubbio mio padre Fabrizio Maglia direttore sportivo della Vigor Lamezia. Lui mi rende quotidianamente partecipe del proprio lavoro dandomi così maggiori stimoli. Lui si è fatto praticamente da solo, iniziando da categorie inferiori, io invece ho avuto la fortuna di muovere i miei primi passi nel professionismo. Una fortuna che non devo assolutamente sprecare.

Una dedica particolare per questo prima traguardo?
“Prima di tutto più che una dedica un ringraziamento alla Società della Vigor Lamezia che mi ha dato la possibilità di frequentare questo corso e che mi sta aiutando a crescere professionalmente e umanamente. Dedica? Alla mia famiglia, ai miei amici e a Carmelo Imbriani, recentemente scomparso e che ho avuto l’onore di conoscere lo scorso anno durante un incontro del campionato Berretti tra Vigor Lamezia e Benevento”.

 

Vanessa Paola