Con la fine del mercato la stagione entra nel vivo. Il Chievo riuscirà a raggiungere l’obbiettivo della salvezza? Ci sono cinque fattori che fanno ben sperare.

Cyril Thereau, trascinatore del Chievo Verona (foto della rete)

Cyril Thereau, trascinatore del Chievo Verona (foto della rete)

Tempo di bilanci in casa Chievo Verona. Con la fine del calciomercato si inizierà a fare sul serio. Basta alibi quindi, le rose sono ultimate e gli stessi calciatori hanno ormai raggiunto un buon livello di condizione.

Come si presentano i gialloblu ai nastri di partenza? Bene. A caldo, ci sentiamo di rispondere così. Vero è che il livello del nostro campionato si è elevato ulteriormente, livellandosi nettamente verso l’alto. Sarà pertanto ancora più ardua arrivare ai fatidici 40 punti. Però ci sentiamo di poter rasserenare i tifosi clivensi. Perché tanta fiducia? Vi diamo ben cinque motivazioni.

1– Impossibile non cominciare con questo nome: Giuseppe Sannino. Il neo tecnico campano sarà sicuramente l’arma in più della compagine gialloblu. Col suo arrivo si è voluto andare sul sicuro, affondando le chiavi ad un tecnico esperto, pragmatico e competente. Attento ai particolari, tatticamente meticoloso, il mister porta sempre avanti con estremo convincimento il suo solido 4-4-2, uno schieramento quadrato e di agevole esecuzione.

Con l’arrivo di Sannino si respira un’aria nuova in casa Chievo: non più una giovane scommessa alla conduzione del timone, ma una “vecchia volpe” del calcio italiano;

2– in seconda posizione quello che forse è stato il miglior “acquisto” della recente sessione di calciomercato: la permanenza di Cyril Thereau. Dopo un’estate caldissima, in cui il susseguirsi di voci, indiscrezioni, conferme e smentite non si sono di certo fatti desiderare, ecco che ci ritroviamo il centravanti francese confermatissimo al Chievo Verona. Dopo l’exploit delle ultime due annate, Thereau è chiamato a ripetersi anche quest’anno, trascinando i suoi a suon di gol, assist e giocate preziose, quelle che solo un piede educato come il suo può partorire. Ci sbilanciamo quindi: il francese sarà ancora uno dei punti di forza dei gialloblu;


3– arriviamo ad una delle principali conseguenze del buon mercato portato avanti da Sartori e soci: incremento della qualità della rosa. Vero, alcuni pezzi da novanta sono partiti, però questi sono stati rimpiazzati a dovere con innesti giovani, validi e di esperienza. Ci riferiamo ai vari Pamic, Radovanovic,Estigarribia, Ardemagni, tutti calciatori che hanno eccome le carte in regola per far fare un buon salto di qualità alla compagine clivense. I presupposti sono incoraggianti, ora vedremo quello che sarà il responso del campo;

4– sempre dal mercato appena archiviatosi traiamo ispirazione per la stesura di un altro importante fattore: ringiovanimento della rosa. Acosty, Lazarevic, Improta, Kupisz, il confermato Paloschi, sono tutti ragazzi dal ’90 in giù che potranno risultare determinanti nel raggiungimento della salvezza. Molti di loro sono ai primi impatti con la serie A, però le loro potenzialità e i loro ampi margini di crescita sono sotto gli occhi di tutti (soprattutto del Ds Sartori, uno che quando fa una scommessa difficilmente ne esce inappagato). Insomma, la rosa clivense è stata impreziosita da una ventata di gioventù, freschezza atletica e qualità che non fanno mai male. Anzi;

5– eccoci all’ultimo fattore, non per importanza, sul quale è doveroso soffermarsi: lo zoccolo duro della rosa è stato confermato. Molto è stato cambiato (allenatore, modulo), però i giocatori chiave della scorsa annata sono ancora tutti al loro posto. Pensiamo ai vari Dainelli, Luca Rigoni, Hetemaj, Thereau appunto, fino ad arrivare a capitan Pellissier, uno che magari contribuirà meno di altri sul campo, ma altresì risulterà presenza essenziale nello spogliatoio. E’ proprio poggiando su questo zoccolo duro, su queste fondamenta che il Chievo Verona potrà cullare il sogno di ottenere l’ennesima salvezza, scrivendo un’ulteriore pagina della sua avvincente favola: la favola dei “Mussi Volanti” che, ormai, è una splendida e felice realtà.

 

Nicola Ledri