Ecco una di quelle storie davvero commoventi sul calcio.
Prima della gara tra Svezia e Germania valida per le qualificazioni mondiali, alla Friends Arena di Solna, le squadre hanno fatto il loro ingresso in campo accompagnate da bambini, come accade di sovente. Tuttavia in questa occasione i bambini avevano qualcosa di speciale, erano infatti tutti affetti dalla sindrome di Williams, un disturbo molto raro della crescita che porta a dei comportmenti autistici.
Ecco quindi la storia del piccolo Max, bambino autistico, abbracciato da Kim Källström centrocampista della nazionale svedese che ha pensato di rassicurare il bambino, semplicemente abbracciandolo e scherzando con lui. Qualche giorno dopo la partita, il padre del piccolo Max, ha voluto ringraziare pubblicamente il calciatore attraverso una lettera su Facebook:
“Grazie al tuo comportamento, mio figlio è riuscito a provare le stesse emozioni degli altri: orgoglio e la sensazione di essere speciale. Ti sto scrivendo perché non sono del tutto sicuro che tu abbia capito quello che hai fatto per noi. Martedì Max è riuscito a fare qualcosa di speciale: mantenere la concentrazione per 15 minuti senza alcun accenno di nervosismo“.
Una bella storia che dipinge il calcio come uno strumento di supporto e di aggregazione, contrariamente ai soliti dibattiti all’italiana sul razzismo e la violenza negli stadi.
Nicola Mirone