Lo spagnolo del Real Madrid ha il record di titoli europei per club: sempre titolare in sei finali e decisivo col gol e assist. Gento era l’ala più veloce del pianeta!

Gento

Francisco Gento (foto defensacentral.com)

Dopo la Coppa del mondo, il trofeo più prestigioso per un calciatore è senza dubbio la Coppa dei Campioni: dal 1956 i club più blasonati d’Europa si danno battaglia senza esclusione di colpi. Lo sport più amato, tuttavia, è affascinante anche nelle sconfitte. Capita ad esempio che campioni assoluti come Maradona, Ronaldo, Romario, Nedved, Roberto Baggio e Zico non hanno mai alzato al cielo la coppa dalle grandi orecchie.

L’uomo dei record è invece uno spagnolo, ed è lui il protagonista del nostro racconto. Nessuno finora è riuscito neanche ad eguagliare il suo fantastico primato di sei Coppe dei Campioni vinte. Il suo curriculum fa impallidire chiunque, visto che oltre alle sei vittorie dobbiamo aggiungere 88 incontri e ben 8 finali. Con queste cifre l’iberico Francisco Gento ha scalato le vette della leggenda con la mitica casacca del Real Madrid.

Era in campo quando il Real vinse proprio nel 1956 la prima edizione del torneo (Parigi, 13 giugno 1956: 4-3 contro lo Stade Reims), e anche dieci anni dopo, quando il club madrileno si aggiudicò il sesto titolo (2-1 contro il Partizan nella finale di Bruxelles, 11 maggio 1966).

Francisco Gento nacque a Guarnizo, nei pressi di Santander, il 21 ottobre del 1933. Spagnolo purosangue, si innamorò del gioco del calcio fin dall’infanzia, e le sue doti fisiche gli consigliarono quel ruolo in campo che gli cambierà la vita: l’ala! Debuttò col Racing Santander nel 1952, poi si trasferì a vent’anni al Real Madrid. Da quel momento non lasciò più il club madrileno nel quale, terminata la carriera agonistica, si occupò delle selezioni giovanili. Il matrimonio coi “bianchi”, insieme all’epopea delle Coppe dei Campioni, fu fecondo e ricchissimo di successi: furono addirittura 12 i titoli spagnoli, due le Coppe del Re (1962 e 1970) e non va dimenticata la conquista della Coppa Intercontinentale del 1960, contro il Penarol di Montevideo (0-0 e 5-1 i risultati delle due finalissime).

Si trattava della prima edizione dell’ambita coppa, che contrapponeva la vincente della Coppa Campioni d’Europa alla squadra che si era imposta nella Coppa Libertadores. Si può quindi affermare che Gento e il Real Madrid sono stati addirittura sfortunati, visto che nei primi quattro successi (dal 1956 al 1959) non poterono giocare questa coppa semplicemente perché non esisteva. La sala dei trofei si sarebbe di certo arricchita ulteriormente…


Nella sua lunga militanza a Madrid, Gento giocò con le stelle più brillanti dell’immenso firmamento del Real, come Di Stefano, Puskas, Rial e Kopa. E Francisco riuscì a non farsi mai oscurare da questi campioni, ritagliandosi con impeto un ruolo da protagonista. Gento era sicuramente l’ala più veloce di tutto il mondo, un formidabile sprinter che seminava letteralmente il panico nelle difese avversarie. Correva i 100 metri in 11 secondi e otto decimi, e con la palla al piede! Sgusciante e imprevedibile, era soprannominato “Palla di fuoco” e creava problemi irrisolvibili ai più grandi difensori. L’unico che in qualche modo riusciva a contenerlo era il francese Jean Wendling, che certo non poteva rivaleggiare con Gento in velocità ma se non altro ne riduceva il campo d’azione.

Torniamo alla sua specialità, ossia le Coppe dei Campioni, e soffermiamoci sugli altri trionfi del grande Gento. Nella sua seconda finale vinta, quella del 1957, Francisco andò anche a segno nel 2-0 contro la Fiorentina del 30 maggio 1957 (l’altra prodezza fu di Di Stefano su rigore). Erano i suoi anni migliori, visto che andò a segno anche nella finalissima del 29 maggio 1958. Gento segnò ai supplementari il 3-2 definitivo contro il Milan di Schiaffino (in gol anche Rial e Di Stefano). La scorpacciata personale proseguì nel 1959 (Real-Stade Reims 2-0, Mateos e Di Stefano) e nel 1960, con una pioggia di assist del nostro eroe nel rotondo 7-3 all’Eintracht Francoforte.

Altruista e generoso, Gento firmò in tutta la sua carriera un numero stratosferico di passaggi vincenti; batteva regolarmente in volata i terzini avversari e calibrava dei suggerimenti millimetrici verso i suoi colleghi di reparto. Il suo sensazionale primato di 6 Coppe dei Campioni finì paradossalmente per offuscare anche i suoi altri titoli, come ad esempio l’Europeo con la sua Spagna nel 1964. Bisogna però sottolineare che con la nazionale delle Furie Rosse le prestazioni di Gento furono meno spumeggianti del solito, visto che ad esempio non era in campo nella semifinale con l’Ungheria e in finale contro l’Urss.

In totale, comunque, totalizzò 43 presenze e 6 gol con la Spagna. Ancora oggi nel suo paese è considerato un monumento nazionale e i suoi numeri sembrano sfidare le generazioni future. Ogni anno nel mese di maggio c’è la finalissima di Champions League e il buon vecchio Francisco Gento sorride sornione alla cerimonia di premiazione. Oltre ai complimenti di rito per i vincitori, una domanda: “Chi riuscirà mai a battere il mio record di sei Coppe?”

 

Lucio Iaccarino