Il tricolore rimane a Torino. La corsa scudetto finisce qui. Dopo il disastro giallorosso al Cibali di Catania la Juventus si laurea campione d’Italia con 3 gare d’anticipo.
La Roma è caduta inaspettatamente nella battaglia di Catania dove è stata sconfitta per 4-1 dagli etnei. Una partita che ha visto i rossoazzurri, ben organizzati in campo, e una Roma distratta subire la furia di Izco ( 26’,34’), Bergessio (56’) e Barrientos (79’).
La famiglia Agnelli insieme al tecnico Antonio Conte siglano il terzo scudetto consecutivo e con certezza si può affermare che la Juventus ha dominato questo campionato di Serie A. I numeri parlano chiaro 31 vittorie in 36 gare, 75 gol segnati, 93 punti totalizzati con la possibilità di arrivare a 102 (record detenuto dall’ Inter di Mancini nel post-calciopoli) e l’ aver reso lo “Juventus Stadium” un fortino inespugnabile con 17 vittorie su 17 gare. La dirigenza adesso punta al famoso Quinquennio per uguagliare il periodo bianconero 1930-35 che portò a Torino cinque scudetti in cinque anni e con questa squadra e con Antonio Conte alla guida del club nulla sembra impossibile.
La truppa torinese dopo la sconfitta di Firenze ( Fiorentina 4-2 Juventus del 20 Ottobre) si pensava che questo gruppo fosse in fase calante e che non sarebbe stato in grado di sovrastare la Roma di Rudi Garcia che è stata un’ ottima antagonista della Signora.
E’ stata la Juventus di Tevez e Llorente, di Pirlo, Pogba, Vidal e dell’ evergreen Gigi Buffon. Merito di questo trentesimo scudetto è anche di Beppe Marotta ds bianconero che è riuscito a concludere importanti trattative come quella di Tevez e anche operando bene nel mercato interno dove con difficoltà ha raggiunto l’ accordo per importanti rinnovi. Un progetto che aspira a continuare nel tempo infatti Marotta è attivo sul fronte dei giovani in quanto numerosi talenti che hanno conosciuto la Serie A quest’ anno come Gabbiadini e Berardi sono targati Juventus.
Infine chiudiamo con una frase di Conte: ”Noi vogliamo fare la storia, gli altri al massimo possono andare a leggerla”. Il pugliese aveva ragione, il tricolore ancora una volta si è fermato a Torino.
Maurizio Di Ubaldo