Dopo gli addii di Puyol, Valdés e Fabregas, anche un altro dei leader del Barcelona potrebbe farsi da parte.

Xavi è il capitano del Barcellona  (foto www.sportal.com.au)

Xavi è il capitano del Barcellona (foto www.sportal.com.au)

Chi vuole qualche “bomba di mercato”, vada pure nel ritiro della nazionale spagnola in Brasile: di questi tempi i campioni del Mondo in carica hanno la parlantina facile e tendono a rivelare segreti e confidenze davanti a taccuini e microfoni. Infatti, dopo Piqué che dice a Del Bosque del trasferimento di Fábregas al Chelsea (con tanto di cifre e dettagli) senza rendersi conto che tutti lo stavano ascoltando, questa volta è stato proprio Cesc a confermare una voce di mercato importante, per di più spifferando la notiziona apertamente durante una intervista al quotidiano “Marca”.

In una conversazione col giornalista Miguel Ángel Lara, il centrocampista ha affermato che “Xavi e Puyol hanno deciso di fare un passo indietro, dedicarsi maggiormente alla famiglia, allontanarsi da un camino tanto esigente”.

Dunque anche Xavi Hernández potrebbe lasciare il Barcellona. Che la permanenza in blaugrana del trentaquattrenne capitano fosse in dubbio si sapeva fin dal mese scorso, quando il nuovo allenatore Luís Enrique affermò durante la sua presentazione alla stampa che avrebbe dovuto parlare col calciatore dopo i Mondiali per capire quale soluzione è meglio per il bene di tutte le parti. Parole enigmatiche che in queste settimane han dato legittimità a voci di vario genere. Lo stesso Xavi in una recente conferenza stampa non le aveva smentite, rimandando semplicemente la questione al dopo Mondiale. Ora, però, le parole di Fabregas lasciano pochi dubbi.


Secondo il giornale spagnolo (che, bisogna dirlo, è di dichiarata fede madridista e non disdegna mai di lanciare notizie destabilizzanti per il Barça), nel pomeriggio di ieri c’è stato un meeting tra il Presidente del Barcellona Josep María Bartolomeu, il DS Andoni Zubizarreta e l’agente di Xavi, Iván Corretja: ne sarebbero usciti in serata con la conclusione che la scelta migliore sia per il club che per il nº 6 (nº 8 in nazionale) è una separazione amichevole ma immediata, nonostante il contratto in scadenza nel 2016. Ne riparleranno dopo la fine della Coppa del Mondo, in presenza anche del calciatore. Ma la decisione sembra sia ormai presa.

Ad attendere Xavi ora c’è il Qatar. Nei giorni scorsi si era parlato di un interesse dell’Al-Sadd di Raúl, ma ieri è intervenuto Dan Petrescu, allenatore dell’Al-Arabi, dicendo che il ragazzo ha firmato un pre-contratto con la sua squadra, informando anche dei termini dell’accordo: contratto di sei mesi ad 8 milioni di Euro di compenso.
Dunque, dopo gli addii di Carles Puyol (che alla fine ha deciso di ritirarsi ed è entrato nello staff dirigenziale del club), Víctor Valdés (ancora alla ricerca di una squadra dopo che le visite mediche col Monaco sono andate male) e Cesc Fábregas, anche un altro dei leader del Barcellona potrebbe farsi da parte per dare spazio alle nuove leve che stanno venendo fuori dalla “Masía”. E non è detto che sia l’ultimo: dopo la fine della rassegna brasiliana si saprà di più anche sul futuro di Dani Alves e Pedro Rodríguez. Con la partenza di Xavi, comunque, la fascia di capitano del Barça passerebbe ad Andrés Iniesta, con Lionel Messi come vice.

Xavi posa con le coppe del triplete del 2009  (foto www.fcbarcelona.com)

Xavi posa con le coppe del triplete del 2009 (foto www.fcbarcelona.com)

Ricordiamo che Xavi Hernández, nato a Terrasa (provincia di Barcellona) il 25 Gennaio del 1980, è un prodotto della prolifica “cantera” catalana. Debuttò in prima squadra diciottenne sotto la guida di Louís Van Gaal, ricevendo fin da subito l’etichetta di “nuovo Guardiola”. Sedici stagioni in blaugrana (record in compartecipazione con Migueli) – 723 presenze (nessuno meglio di lui) ed 83 reti – gli son servite per conquistare 7 volte la Liga spagnola (altro primato), 2 volte la Copa del Rey,  6 volte la Supercoppa di Spagna, 3 Champions League, 2 volte la Supercoppa Europea e 2 il Mondiale per club. 22 trofei che rappresentano un record per il club, con Puyol, Valdés, Iniesta e Messi un passo indietro.

Con la nazionale spagnola, con cui questa sera affronterà il Cile, gioca fin dal 2000, dopo essere stato protagonista già con le selezioni giovanili (terzo ai Mondiali Under-17 in Egitto nel 1997, campione del Mondo Under-20 nel 1999, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Sydney 2000). Vestendo la “Roja” ha disputato 133 gare (meglio di lui solo Casillas con 155) e segnato 13 reti, ma soprattutto è stato il cervello dei recenti trionfi spagnoli. Terzo nella classifica del Pallone d’Oro 2010, dovrebbe lasciare la nazionale alla fine del torneo in corso.



Mario Cipriano