Questa sera inizia la rassegna iridata con Brasile-Croazia e l’Arena Corinthians di Sao Paulo deve ancora esser terminata.
Doveva essere un Mondiale perfetto. Tutte le nazionali campioni del mondo in passato (Uruguay, Brasile, Italia, Germania, Inghilterra, Argentina, Francia e Spagna) presenti. Ad ospitarlo, il Brasile, terra dove il calcio è vissuto come una religione e dove si dice che regni l’allegria. Tanti campioni, iniziando dall’idolo di casa Neymar, continuando col Pallone d’Oro Ronaldo, fino ad arrivare a Messi. Invece, questo rischia di essere il Mondiale peggio organizzato della Storia.
Inizia questa sera e lo stadio in cui ci sarà l’inaugurazione non è stato ancora ultimato: l’Arena Corinthians di Sao Paulo è un cantiere aperto. Le immagini che ci giungono dal Brasile sono desolanti, operai al lavoro un po’ ovunque, dentro e fuori dall’impianto, una delle curve è totalmente inagibile e per il match di questa sera tra Brasile e Croazia son stati installati dei sedili rimuovibili per poter ospitare tutti i 61.000 spettatori che assisteranno all’evento; la stessa soluzione verrà adottata per alcune zone delle tribune laterali, mentre il tunnel che porta dagli spogliatoi al campo è coperto da impalcature ed ha il pavimento ancora in calcestruzzo. Ovunque ci son ringhiere, pozzanghere e sistemi di sicurezza provvisori che tutto sembrano tranne che sicuri. Ancora in queste ore c’è gente al lavoro, in una corsa contro il tempo che ha come conseguenze inevitabili un maggior spreco di risorse (finora solo per questo stadio son stati spesi circa 370 milioni di Euro) ed il rischio concreto che la fretta causi incidenti mortali come ce ne son già stati tanti durante questi anni di lavori.
Quello paulista non è l’unico impianto ancora da finire: l’Arena Amazzonia in cui dopodomani si giocherà Italia-Inghilterra, ad esempio, non è messo meglio e pure il campo è in cattive condizioni, con settori in cui l’erba manca o è bruciata. Così come non è l’unica struttura incompleta: aeroporti, autostrade, alberghi, tutto è stato fatto a metà o di fretta, con gli effetti collaterali di cui si diceva sopra. Un enorme spreco di fondi in un Paese in cui la gente muore di fame, in cui l’alfabetizzazione è scarsa e la delinquenza tanta, in cui l’assistenza medica è inadeguata e i trasporti pubblici sono inefficienti. Le proteste popolari iniziate la scorsa estate non sono altro che uno specchio del malcontento del popolo brasiliano. Un popolo che, pur appassionato al futebol, non accetta che l’organizzazione di un evento sportivo abbia la precedenza sugli investimenti realmente necessari al progresso del Paese.
Pensare che, fino a un annetto fa, si lodava il Brasile sesta potenza economica mondiale. C’era chi diceva che fosse solo una bolla di sapone e gli si dava del disfattista. Oggi sappiamo che la crescita economica del Brasile è effettivamente una bolla di sapone, che la situazione sociale, politica ed economica è da terzo mondo, che i ricchi son molto ricchi, ma i poveri son sempre molto poveri, che le favelas son sempre piene di poveracci senza possibilità di avanzare nella scala sociale (se non divenendo calciatori…) e che, quindi, passano spesso alla delinquenza organizzata ed alla prostituzione.
In un articolo scritto per il quotidiano spagnolo El País, il primo ministro brasiliano Dilma Rousseff dice che questa sarà «anche la Coppa per la pace e contro il razzismo, la Coppa per l’inclusione sociale e contro tutte le forme di discriminazione, la Coppa della tolleranza, della diversità, del dialogo, della comprensione e della sostenibilità. […] Il paese ha promosso, negli ultimi dodici anni, uno dei processi più efficaci di distribuzione del reddito, di aumento del tasso di occupazione e di inclusione sociale nel mondo». Mourinho leggendo queste parole parlerebbe, con tutta la ragione del mondo, di “prostituzione intellettuale” . . . .
Comunque, questa sera la cerimonia di apertura si farà e la gara inaugurale si giocherà. Le tv mostreranno la parte buona dello stadio, offrendo le immagini immacolate delle facciate esteriori, quelle sì ultimate, splendenti di un bianco luminoso e magnetico.
La verità, però, è che il Brasile non ha mantenuto le attese, critiche stanno piovendo da tutto il mondo, al punto che pure Ronaldo – che è tra i membri del comitato organizzatore – ha dovuto ammettere che la situazione è tutt’altro che buona e che se ne vergogna. Anche la Presidente Rousseff dovrebbe prenderne atto…
Mario Cipriano