Campione del Mondo insieme al fratello Bobby nel 1966,l’inglese Big Jack era un difensore completo e imbattibile nel gioco aereo. Sempre fedele al Leeds: oltre 600 partite!
Altro che “fratelli coltelli”; nella sua famiglia era opportuno e doveroso dire “fratelli campioni”, e pazienza se mancava la rima… Nella storia del calcio inglese i fantastici Jack e Bobby Charlton hanno scritto pagine memorabili e leggendarie; diversi per ruolo, stile e carattere, ma uniti nella conquista del primo e unico titolo mondiale britannico. Stavolta ci occupiamo del fratello maggiore, Jack (o Jackie per gli amici), anche perché forse fra i due è sempre stato quello meno considerato, vivendo nell’ombra del mito di Bobby.
Tuttavia la sua carriera fu ugualmente ricca di fascino e di vittorie: Jack era un difensore centrale rapido ed elegante, formidabile nel gioco aereo e dotato di carisma e spirito di gruppo. Spese la sua lunga carriera, oltre venti anni, in un solo club, il Leeds United; tale attaccamento gli costò probabilmente diversi titoli e anche un bel mucchio di quattrini, ma lui preferì sempre e comunque l’affetto e il sostegno della sua tifoseria. Un’autentica bandiera, un messaggio che i campioni del calcio moderno faticano a recepire…
Jack Charlton nacque il 10 maggio del 1935 ad Ashington e costruì la sua parabola calcistica con umiltà e grande professionalità fin da giovanissimo. Il suo Leeds non era un club abituato a stare ai vertici, anzi spesso militava in seconda divisione; Jack ebbe però la pazienza e la forza di aspettare le occasioni propizie che la sorte gli avrebbe donato. Divenne uno dei difensori più completi e intelligenti della Premier; fu soprannominato “la Giraffa” sia per la sua considerevole altezza che per il lungo collo che lo contraddistingueva. E sapeva ben sfruttare i suoi centimetri, visto che nelle 629 partite ufficiali giocate con il Leeds (numero impressionante per l’epoca) realizzò ben 70 reti, quasi tutte di testa.
Jack Charlton era un asso nel gioco aereo, ed è curioso che il suo debutto con la nazionale dell’Inghilterra arrivò piuttosto tardi. Fu convocato per la prima volta, infatti, il 10 aprile del 1965 (circa un mese prima del suo trentesimo compleanno), in occasione di un incontro con la Scozia, terminato poi 2-2. Nell’occasione rivide con gioia il fratello Bobby, che già da tempo si esibiva con la gloriosa maglia della selezione maggiore. Si trattò della prima volta dall’inizio del secolo che due fratelli giocavano insieme per una squadra nazionale…
A quel punto, però, Jack Charlton divenne un punto fermo della compagine allenata da Alf Ramsey; titolare e baluardo in tutte le gare del turno finale della Coppa del Mondo 1966, che si disputava proprio in Inghilterra. Noto anche come “Big Jack”, formò una coppia difensiva formidabile insieme al capitano Bobby Moore: in tutto il torneo, gli inglesi subirono soltanto tre reti. L’Inghilterra vinse poi il titolo battendo la Germania Ovest per 4-2; finale passata alla storia anche per il famigerato “gol fantasma” degli inglesi e per un arbitraggio a dir poco casalingo. Jack fu comunque fra i pilastri della squadra, insieme al bomber Hurst (4 reti), al portiere Gordon Banks, Roger Hunt e ovviamente al fratello Bobby. Con la Nazionale Jack Charlton giocò fino al 1970, conquistando anche il terzo posto all’Europeo del 1968 in Italia. Era giunto il tempo di raccogliere quanto di buono aveva seminato anche nel suo amato Leeds, che alla fine degli anni sessanta si era attrezzato per l’alta classifica. Big Jack dal 1967 al 1972 vinse un campionato inglese, una Coppa d’Inghilterra, una Coppa di Lega e due Coppe delle Fiere.
Nel 1973 la carriera di giocatore di Jack Charlton si concluse così fra tanti successi e meritati applausi; subito dopo cominciò quella di allenatore. Gran lavoratore e ottimo nella gestione delle risorse tecniche, l’ex Giraffa si guadagnò le panchine di Middlesbrough, Sheffield Wednesday e Newcastle United. Poi un’altra svolta positiva, quando prese in mano le sorti della Nazionale dell’Eire nel 1986. Sebbene inglese, divenne incredibilmente l’uomo più celebre e amato dell’Irlanda del Sud; un idolo capace di ricreare entusiasmo in tutto l’ambiente. Restò alla guida dei verdi per nove anni, fino al 1995: ovviamente il bagaglio tecnico della squadra non era eccelso e non arrivarono mai trofei o piazzamenti significativi. Ma l’Eire si tolse con lui enormi soddisfazioni, come ad esempio la vittoria per 1-0 contro l’Italia di Sacchi nel mondiale americano del 1994. Jack Charlton seppe sempre trovare profitto dalla sua carriera calcistica, sviluppando anche al di fuori del mondo agonistico un notevole numero di attività. Diventò commentatore sportivo per la radio e la televisione, fu il testimonial per la pubblicità di una nota marca di birra e della Banca d’Irlanda, oltre che promotore del distributore della General Motors a Dublino.
Lucio Iaccarino