Un’analisi dell’inizio decisamente negativo dell’era Inzaghi.
Due sconfitte, un solo gol fatto e ben otto subiti, questo il bilancio delle due amichevoli estive disputate dal Milan di Pippo Inzaghi in Guinness Cup a Toronto. Passivo molto pesante anche considerando il ritardo di preparazione nei confronti delle altre squadre partecipanti alla competizione.
L’autore dell’unico gol milanista, il centrocampista Sulley Muntari, rimane comunque fiducioso nel lavoro del neo allenatore rossonero: “Stiamo facendo bene in allenamento, le idee del Mister sono positive per noi giocatori. Possiamo arrivare in alto, ho tanta fiducia nelle cose che sta facendo il Mister. Abbiamo l’obiettivo di concentrare la nostra forza per l’inizio del campionato”, queste sono state le parole del giocatore ai microfoni di Milan Channel, dichirazione forse poco reale, ma dettata dal bisogno di fare quadrato intorno al gruppo rossonero.
Ma tralasciamo gli evidenti problemi tecnico-tattici della formazione del Milan, perché sono la conseguenza e non la causa delle ultime stagioni fallimentari di uno dei club più blasonati al mondo. Andiamo ad analizzare piuttosto quello che c’è sotto la punta dell’iceberg, iniziando da una dichiarazione di Adriano Galliani risalente al 17/12/2012 ai microfoni del TG1: “I tempi sono quelli di affidarsi ai giovani. Stiamo setacciando tutto il mercato mondiale degli under 22 e 23.”
Dichiarazione però che va subito a cozzare con le cessioni del giovanissimo Darmian (uno dei pochi a salvarsi nel Mondiale brasiliano di quest’anno) e di Boateng, classe ’87, in grado di fare la differenza in molte partite di campionato e champions venduto a soli 10 milioni per fare cassa ed acquistare a 11 milioni Matri. Altri nomi che circolano da tempo di paventate cessioni di giovani sono quelli di Abate e De Sciglio, fin’ora mai andate in porto.
Per quanto detto considero che l’AD rossonero, con questa dichiarazione, abbia semplicemente provato a dare una giustificazione “giovane” all’immagine del Milan che nell’estate precedente aveva perso un intero gruppo vincente formato da: Nesta, Zambrotta, Oddo, Gattuso, Seedorf, Inzaghi, Thiago Silva ed Ibrahimovic, ma nei fatti Galliani non ha voluto mantenere la parola data. Dico voluto perché da tempo l’AD è accusato di fare troppi cattivi affari sempre con gli stessi procuratori.
Andando più a ritroso nel passato societario e volendo capire il perché del disfacimento di quel gruppo vincente dobbiamo andare a scomodare la figlia del Presidente, Barbara Berlusconi, entrata in società solo pochi mesi prima con un suo gruppo di fedelissimi messi subito a ficcare il naso nei conti di Adriano Galliani. Con l’emergenza provocata dalla pronuncia della Cassazione sul Lodo Mondadori (560 milioni di euro da pagare) il risultato è stato quello di tagliare le spese quindi monetizzare i campioni (Thiago Silva e Ibra) e risparmiare sugli ingaggi ultramilionari dei giocatori più facoltosi. Così facendo forse il bilancio sorride, ma i tifosi certamente no.
Insomma, con un Silvio Berlusconi che sembra molto lontano dal Milan rispetto agli anni delle gloriose vittorie, in grado ormai solo di fare gaffe (vedi dichiarazioni su Balotelli), Adriano Galliani che non sembra più avere la grinta, la passione e soprattutto il potere d’aquisto di un tempo, la giovane Barbara Berlusconi che sembra pensare solo ed esclusivamente ad avere un bilancio positivo a fine stagione e considerando oltretutto che questi ultimi due dirigenti si trovano spesso in disaccordo, dubito che il Milan possa tornare a vincere nel breve periodo, con buona pace dei tifosi.
Matteo Capriotti