Uno dei più prestigiosi club spagnoli vive giorni difficili ed entro fine mese potrebbe scomparire, mettendo fine a 82 anni di gloriosa esistenza.
La crisi economica che attanaglia l’Occidente da ormai quasi sei anni non sta lasciando indifferente il mondo del pallone. In Spagna, uno dei paesi dove la recessione ha battuto più forte la sua scure, circa l’80% dei club professionistici ha debiti e un buon 20-30% è in amministrazione controllata. Tante squadre importanti ne han fatto le spese dovendo rinunciare ai sogni di gloria e rischiando addirittura di fallire, come il Deportivo Alavés, il Real Oviedo, il Racing Santander, il Deportivo La Coruña. La maggior parte si mantiene a galla a fatica, qualcuno chiude i battenti, come il Salamanca lo scorso anno. Tra chi vive giorni particolarmente difficili c’è sicuramente il Real Zaragoza, nella top-10 dei club più prestigiosi di Spagna ma oggi sull’orlo del baratro.
Il Zaragoza C.D. nasce nel 1932 dalla fondazione del Zaragoza Foot-Ball Club con l’Iberia Sport Club, passando a chiamarsi Real Zaragoza dal 1951. È, però, negli Anni Sessanta che inizia ad imporsi come una realtà importante nel panorama calcistico nazionale ed internazionale. Nella stagione 1963-64, infatti, vince la Copa del Generalísimo (nomenclatura di epoca franchista dell’attuale Copa del Rey) e la Coppa delle Fiere (antenata dell’Europa League). Nel ’66 quasi ripete l’impresa, portando a casa la seconda coppa nazionale (torneo di cui fu vice-campione nel ’63 e nel ‘65) ma arrendendosi al Barcellona solo ai supplementari della finale nella competizione europea. Nel 1975 arriva secondo in Liga e l’anno successivo si ferma ancora ad un passo dal trionfo in coppa, dovendo attendere dieci anni per rifarsi battendo il Barcellona nel 1986 con una rete di Rubén Sosa.
Iniziava allora un periodo d’oro, che avrebbe portato nelle vetrine del club aragonese la quarta Copa del Rey nel 1994 (dopo un nuovo secondo posto nel ‘93) e la Coppa delle Coppe nel 1995 (2-1 all’Arsenal a Parigi, con gol da favola al minuto 119’ di Mohammed Nayim). Negli anni successivi il club continuò a far bene: nella stagione ‘99/20 lottò per vincere la Liga, l’anno successivo vinse una nuova Copa del Rey, ottenendo il sesto ed ultimo alloro nel 2004 (3-2 al Real Madrid al “Bernabéu” nel giorno del centenario del club blanco). Gli investimenti fatti in quel periodo per mantenere la squadra competitiva, però, sono l’origine dei problemi odierni.
Nel 2006, infatti, il Real Zaragoza fu rilevato dall’impresario Agapito Iglesias, che iniziò una temeraria politica gestionale, spendendo tanto negli acquisti di calciatori importanti come Pablo Aimar, Ricardo Oliveira, Roberto Ayala, Diego Milito, Gabi Fernández (l’attuale capitano dell’Atlético Madrid), accumulando tanti debiti ma pochi risultati. Da allora il club galleggia tra prima e seconda divisione, ma il passivo in bilancio è di ben 130 milioni di Euro. Ora ha bisogno di depositare entro il 31 Luglio 8 milioni di Euro per ottenere l’iscrizione al prossimo campionato di Segunda División, se non vuole vedersi estromesso dalle competizioni professionistiche nazionali.
Tutto sta nelle mani dell’ancora patron Agapito Iglesias, che dovrebbe vendere le sue azioni per permettere a nuovi impresari di prendere il controllo della società, pagare i debiti più stringenti e l’iscrizione al campionato, per poi presentare un piano di risanamento. L’odiato Agapito, però, fa resistenza e non molla la presa, nonostante le pressioni provenienti sia dall’ambiente politico che dai tifosi che da un’associazione di impresari locali che si dice disposta a salvare il club.
La squadra, intanto, aspetta notizie ed inizia la preparazione pre-campionato in condizioni precarie, senza ricevere lo stipendio da mesi e senza sapere cosa succederà da qui a pochi giorni. Molti calciatori della prima squadra già hanno ottenuto la risoluzione dei rispettivi contratti, accasandosi altrove. Altri attendono il 31 Luglio per capire cosa ne sarà di loro e del Real Zaragoza.
Mario Cipriano