Storia di un calciatore che verrà ricordato più per gli episodi di intemperanza che per le sue prodezze in campo.

Stig Tofting (foto dalla rete)

Stig Tofting (foto dalla rete)

Si sa, sin dagli albori del calcio ci sono sempre stati calciatori scorretti e sopra le righe dentro e fuori dal terreno di gioco. Tra quelli più famosi in Italia e all’estero ricordiamo Paul Gascoigne, Gennaro Gattuso, Roy Keane, Edgar Davids, Paolo Montero, Marco Materazzi, George Best e Stefan Effenberg. Di nomi ce ne sarebbero tanti altri, ma c’è un ex-calciatore che in quanto a brutti falli ed episodi violenti tanto da meritarsi la galera non ha rivali, stiamo parlando di Stig Tøfting.

Se non fosse per il suo essere oltre ogni limite” oggi probabilmente non verrebbe ricordato da nessuno, infatti è stato un centrocampista difensivo dalle mediocri qualità tecniche che ha militato in vari club in Danimarca, Germania ed Inghilterra arrivato comunque nel giro della nazionale danese.

Nell’arco della sua carriera gli sono stati attribuiti diversi soprannomi, “bulldog” data la sua aggressività, “Attila” e “Tosaerba” perché dicevano che dove passava lui non ricresceva più il manto erboso. Persino il trio della “Gialappa’s Band” ha notato le aggressive entrate nei campi di gioco di Stig Tøfting e le fece diventare un tormentone nei suoi programmi radiofonici durante il mondiale del 1998.

Andiamo quindi a parlare dei suoi episodi di eccentricità che lo hanno caratterizzato maggiormente. Partiamo nel 1999 quando Tøfting venne alle mani con un giovane in una discoteca di Aarhus spedendolo al pronto soccorso con una prognosi di tre settimane e beccandosi 20 giorni di carcere. L’anno successivo il nostro Stig decise di voler aprire un bar nella sua città natale di Hørning, ma si vide negare la licenza dall’allora sindaco per via di presunte losche conoscenze. Per tutta risposta Tøfting decise di candidarsi alle elezioni comunali che si trovò sul punto di stravincere, salvo poi ritirarsi all’ultimo momento perché non interessato all’attività politica.

In seguito riuscì comunque ad ottenere la tanto aspirata licenza. In merito a questo episodio Stig Tøfting dichiarò: “Non dobbiamo farci schiacciare dai politici”, elevandosi a paladino del popolo. Infatti nonostante i problemi con la legge e le sue intemperanze Tøfting in Danimarca è considerato un idolo. Altro “spassoso” episodio è quello che lo ha visto protagonista durante un allenamento della Danimarca nel Mondiale 2002.

Stig lanciò insistentemente dei cubetti di ghiaccio contro il suo compagno di nazionale Gronkjaer colpendolo in un occhio. Quest’ultimo provò a reagire così da far scatenare la bestia che è in Tøfting che lo scaraventò a terra prendendolo a calci e pugni impedendogli di scendere in campo nel match successivo. Nonostante questo la Danimarca riuscì a passare per primi il girone eliminando squadre ben più blasonate del calibro di Uruguay e Francia. Finito quel mondiale la squadra danese si ritrovò in un locale di Copenaghen. Il proprietario del locale visti gli eccessivi schiamazzi richiamò Tøfting che gli rispose spaccandogli il cranio con una testata, accaduto che gli costò 4 mesi di carcere e la rescissione del contratto con la sua squadra del tempo, il Bolton.

Da vero nomade del pallone la sua carriera prosegue in numerose squadre. Nella fase finale della sua carriera da calciatore torna a giocare per l’Aarhus da dove verrà poi allontanato per aver pestato alcuni compagni di squadra durante la festa di Natale.

Nel 2008 a quasi 40 anni diventa pugile, ritrovandosi a partecipare ad un match contro Renè Dif (ex cantante degli Acqua).
Ovviamente vinse Stig ed alcuni video della carriera pugilistica di Stig si trovano su youtube. Nel 2010 si toglie anche lo sfizio di realizzare una autobiografia intitolata “no regrets” (nessun rimpianto) come il suo tatuaggio che porta sull’addome.

Matteo Capriotti