L’intervista all’allenatore Gabriele Consorti che dopo l’esperienza in Albania vuole rimettersi in gioco in Italia.
Da calciatore ha disputato più di 300 partite nei professionisti militando in tante squadre tra le quali Chieti, Sambenedettese, Civitanovese e Maceratese e da qualche anno è diventato allenatore. Stiamo parlando di Gabriele Consorti, 50enne ex difensore marchigiano che in carriera può vantare la vittoria di 4 campionati e altri due persi dopo la lotteria dei rigori. Appese le scarpette al chiodo ha deciso di intraprendere la strada della panchina e egli anni passati vanta esperienze in Serie D (Cagliese) ed Eccellenza (Civitanovese e Montegiorgio).
Nel suo palmares anche quattro anni nel settore giovanile della Sambenedettese dove ha guidato la formazione juniores rossoblù che ha disputato per quattro stagioni di fila il torneo di Viareggio, unica formazione dilettantistica, a farne parte. Lo scorso maggio ha acquisito il patentino di Seconda Categoria UEFA A che gli permette di sedere su panchine di squadre professionistiche, un’ ulteriore arricchimento per chi ama il proprio mestiere di allenatore.
Dopo aver allenato in Italia, nella prima parte di quest’anno, ha avuto la sua prima esperienza all’estero in Albania.
“Sì sono stato contattato per allenare il settore giovanile della Dinamo Tirana che a livello di prima squadra milita nella serie B albanese poi, siccome ci allenavamo nella stessa struttura della più famosa Partizan formazione della massima serie, ho conosciuto i referenti della stessa che mi hanno voluto come tattico della loro squadra. Dopo qualche settimana di lavoro sono stato chiamato a Coverciano in quanto ammesso al corso per UEFA A e sono rientrato in Italia. A maggio, a fine corso, sono tornato in Albania ma ormai mancavano due gare alla fine del campionato e non ci siamo qualificati per un punto all’Europa League”.
Quali sono le differenze tra il calcio albanese e quello italiano?
“In Albania il calcio è più fisico anche se ci sono delle individualità interessanti. La più grande differenza è che rispetto in Italia lì sono un po’ indietro a livello tattico mentre dal punto di vista fisico e tecnico assolutamente no. Ci sono squadre organizzate a livello di impiantistica e c’è anche una grande attenzione dei mass-media nei confronti delle gare del campionato. Sky Albania trasmette tutte le gare della Serie A! Un’altra differenza è che in Albania ci si allena molto di più rispetto all’Italia e ogni squadra ha le proprie strutture recettive dove i calciatori soggiornano e mangiano insieme”.
Ad ottobre è volato in Spagna per una brevissima esperienza.
“Sì, è capitata l’occasione di poter andare ad allenare nella Serie C spagnola ma la mia esperienza è durata soltanto una settimana in quanto c’erano diversi problemi di tesseramento di quei calciatori che io ritenevo potessero far fare alla squadra quel salto di qualità e raggiungere gli obiettivi che la società mi chiedeva. Anche se durata poco la reputo una bella esperienza e sottolineo la presenza di una impiantistica di tutto rispetto e soprattutto l’alta cultura del calcio”.
E ora quali sono i suoi obiettivi?
“Nelle scorse settimane ho ricevuto una proposta da una squadra del nord Europa ma per ragioni extracalcistiche ho preferito rimanere in Italia. Io non ne faccio una questione di nord, centro o sud Italia e neanche di categoria. L’importante è trovare una società seria e che abbia le idee chiare”.
C’è un allenatore a cui si ispira?
“A me piace molto ‘il loco’ Bielsa che ho anche studiato quando ho frequentato il corso a Coverciano. Ho letto molti libri sulla sua storia e adoro la sua metodologia di lavoro e i suoi allenamenti. Il 3-3-1-3 penso che sia un modulo fantastico”.
Quale consiglio si sente di dare agli allenatori italiani che volessero andare all’estero?
“Io credo che la cosa fondamentale sia quella di conoscere la lingua inglese che in qualunque nazione vai è il modo migliore di comunicare con gli altri”.
Enrico Tassotti