Dopo il ko a Verona degli uomini di Benitez, la considerazione principale, oltre alla evidente discontinuità di Hamsik e compagni, è soprattutto una: ad Higuaín proprio non si può rinunciare…

Gonzalo Higuain (foto da web)

Gonzalo Higuain (foto da web)

Gonzalo Gerardo Higuaín, nato a Brest nel lontano 10 dicembre 1987 e cresciuto con i millonarios del River Plate (non certo roba da poco), non è solo un calciatore argentino, attaccante del Napoli e della Nazionale… Gonzalo Gerardo Higuaín non è solo il vice campione del Mondo nel 2014, nonché uno dei più forti goleador della storia recente del calcio…Lui, il Pipita, soprannome che deriva da quello del padre Jorge (ex difensore e chiamato El Pipa), è molto più di tutto questo perché Gonzalo è capace di fare la differenza, di toccare un pallone e trasformarlo in oro.

Lui non è un centravanti qualunque, perché unisce il suo innato killer instinct in fase realizzativa ad una grande visione di gioco, cosa che gli permette di essere decisivo anche fornendo l’assist vincente per gli inserimenti dei suoi compagni. Anche se… Higuaín il gol ce l’ha nel sangue e vive per questo, si nutre della gioia di scaraventare la palla alle spalle dei portieri avversari! Tutta Napoli spesso si aggrappa al suo totem, alla faccia di quell’argentino a volte spavaldo, ma assolutamente indispensabile. Napoli di argentini se ne intende e, forse, dopo l’inarrivabile Diego è proprio Gonzalo quello su cui il San Paolo sta riponendo le maggiori aspettative.

Più di Lavezzi, più dell’uruguaiano Cavani, perché Il Pipita in Campania è arrivato con l’etichetta del campione: provenienza Real Madrid, una squadra che da sempre illumina la Spagna e il Mondo in generale. Una squadra che gioca con la celebre camiseta blanca, quella che ogni giocatore sognerebbe di indossare. Con i blancos Higuaín ha vinto 6 trofei, realizzando ben 121 reti in 264 match. Numeri da grande, numeri da top player, che dimostrano quanto sia imprescindibile per una realtà come Napoli affidarsi a lui. Quando segna il numero 9, gli azzurri raramente perdono, in qualche occasione pareggiano, il più delle volte vincono: le statistiche dicono che nell’80% dei casi in cui Gonzalo l’ha buttata dentro, il Napoli ha conquistato i tre punti.


Un esempio recente? Chiedere alla Dinamo Mosca. Nella partita d’andata degli ottavi di finale di Europa League, infatti, i russi sono scesi in campo al San Paolo con la cattiveria giusta, passando in vantaggio al 3′ con la frustata di panzer Kevin Kuranyi. Poi? Beh, non avevano fatto i conti col ciclone Higuaín. Gonzalo capisce che il momento è di quelli delicati e decide di caricarsi la squadra sulle spalle, sfoderando tutto il suo repertorio: primo gol di testa, con un anticipo degno del vecchio Hernan Crespo; il secondo lo segna su rigore, con una freddezza invidiabile; il terzo, infine, è un altro gioiello… stop di petto in area e Gabulov gelato con un sinistro al volo imprendibile. Tripletta, palla a casa e quarti di finale quasi ipotecati!

Questo per far capire che averlo in campo è tutta un’altra storia e con il Verona se ne sono accorti in parecchi. Con uno così vincere trofei è tutt’altro che impossibile: per lui e per il Napoli una Coppa Italia e una Supercoppa vinte insieme, non possono bastare, devono essere solo un ottimo punto di partenza. Lo stesso Maradona definì Higuaín “un centravanti unico, un incrocio tra due grandi argentini come Crespo e Batistuta”. E le parole del Pibe de Oro, da quelle parti, pesano un macigno…

Insomma, Rafa, va bene il turn over, ma il nueve non si tocca…Una pepita d’oro, in fondo, è cosa talmente rara e preziosa che proprio non si può regalare a nessuno!!!

Giuseppe Marzetti