I Quarti di Finale di Champions League ripropongono il derby di Madrid, rivincita di quello che l’anno scorso valse il titolo di campione d’Europa.
Di nuovo derby madrileno. Doppio derby, settimo e ottavo della stagione, dopo i due di Supercoppa di Spagna, i due di Liga ed i due di Copa del Rey. È il clou di questi Quarti di Finale di Champions League, in cui si sfideranno la squadra campione in carica contro la squadra vice-campione.
Una storia iniziata oltre cent’anni fa, che vide il primo capitolo nel 1906, quando il Real Madrid vinse 2-1 una gara valida per il campionato regionale della Comunità Autonoma di Madrid. Da allora, 271 scontri, con 144 vittorie per i “merengues”, 68 per i “colchoneros” e 59 pareggi. Una sfida che ha riacquistato interesse due anni fa, quando l’Atlético Madrid vinse la Copa del Rey al “Santiago Bernabeu” ed interruppe un digiuno che durava dal 1999. Dei 109 anni e 271 partite tra le due compagini madrilene, ce n’è però una che spicca decisamente sulle altre, vecchia poco più di dieci mesi e che valse il titolo di campione d’Europa, unica Finale di Coppa Campioni / Champions League ad aver visto faccia a faccia due club della stessa città.
Il match si giocò allo Stadio “da Luz” di Lisbona lo scorso 24 Maggio, al cospetto di quasi 61.000 spettatori. Una settimana prima, l’Atlético Madrid del “Cholo” Simeone aveva vinto la Liga dopo 18 anni di delusioni, chiudendo tre punti davanti al Real Madrid di Carlo Ancelotti, secondo alla pari col Barcellona. Entrambe cercavano il “doblete”, avendo conquistato il Real Madrid già la Copa del Rey, peraltro asfaltando i rivali cittadini in Semifinale con un complessivo 5-0. L’Atlético aveva dalla sua la supremazia in campionato, ma giungeva in emergenza, con il turco Arda
Turan fuori gioco ed il brasiliano Diego Costa in dubbio fino alla fine.
Le due squadre completavano una brillante Champions League, in cui erano state superiori a tutti i rivali incontrati. Entrambe avevano chiuso la fase a gironi in testa, entrambe con 16 punti su 18, con il Real Madrid che ne aveva lasciati solo a Torino (2-2 contro la Juventus) e l’Atlético Madrid solo a San Pietroburgo (1-1 contro lo Zenit).
Tra Ottavi, Quarti e Semifinali, i “blancos” avevano strapazzato uno dopo l’altro lo Schalke 04 (6-1 a Gelsenkirchen – prima vittoria della storia in Germania per il Madrid – e 3-1 al “Bernabéu”), il Borussia Dortmund (3-0 in casa e sconfitta 0-2 in trasferta) ed il Bayern Monaco campione uscente (1-0 l’andata e 4-0 in Baviera al ritorno), mentre i “rojiblancos” si erano liberati del Milan (1-0 e 4-1), del Barcellona (0-0 e 1-0, lasciando i “blaugrana” fuori dalle prime quattro posizioni d’Europa dopo sei anni) e del Chelsea di Mourinho (0-0 in casa e 3-1 in rimonta a “Stamford Bridge”).
Ancelotti arrivava con la squadra carica e matura al punto giusto, pur dovendo rinunciare a Pepe infortunato ed a Xabi Alonso squalificato, puntando su Varane e Khedira per sostituirli in un undici iniziale che formavano: Casillas; Carvajal, Sergio Ramos, Varane, Fábio Coentrão; Khedira, Modrić, Di María; Bale, Benzema, Cristiano Ronaldo. Diego Simeone aveva, invece, mandato in campo i suoi con un 4-2-2-2 così schierato: Courtois; Juanfran, Godín, Miranda, Filipe Luis; Tiago Mendes, Gabi; Koke, Raúl García; David Villa, Diego Costa.
Il brasiliano con passaporto spagnolo, però, non stava bene e si era dovuto arrendere dopo soli 8’, lasciando il posto ad Adrián López e complicando ulteriormente le cose ad un Atléti che, perso il punto di riferimento offensivo, aveva lasciato fin dall’inizio la palla all’avversario, confidando nei contropiede e nelle azioni a palla ferma per cercar di vincere una gara equilibrata, tesa ma bella.
E, dopo una prima chiara occasione da gol di Gareth Bale, aveva raggiunto il suo obbiettivo, segnando l’1-0 al 36’ con un colpo di testa di Diego Godín – già decisivo nella partita che aveva definito la Liga pochi giorni prima – da angolo di Gabi, in cui Casillas era uscito colpevolmente a vuoto. Nel secondo tempo, però, un Atlético stanco e spuntato aveva abbassato minuto dopo minuto il baricentro, permettendo al Real Madrid di avvicinarsi sempre di più al gol, guidato da un Di María brillante ma mal supportato da un Ronaldo fuori forma e da un Bale impreciso.
E, così si era giunti al 93’, quando ormai la gara sembrava finita per tutti, ma non per Sergio Ramos: il difensore andaluso si convertì nel “héroe de la Décima”, svettando di testa e segnando l’1-1 che portava la 59ª Finale di Champions League ai supplementari, dove un Atlético ormai svuotato non poté far altro che assistere impotente alla goleada del Madrid, in gol con Bale al 110’, con Marcelo (subentrato a Coentrão) al 118’ e con Cristiano Ronaldo su rigore al 120’. Una goleada forse eccessiva, chiusa con un accenno di rissa in cui Simeone era stato espulso, ma chiusa soprattutto con la decima Coppa dei Campioni per il Real Madrid, re d’Europa dopo dodici lunghi anni di attesa.
Mario Cipriano