Dopo 5 anni di attesa e grazie ad un campionato dominato, i granata tornano tra i cadetti. Primo posto nel girone C di Lega Pro e promozione diretta con 2 turni d’anticipo. In città è festa grande!
La Salernitana è tornata dove merita: con il 3-1 al Barletta nella bolgia dell’Arechi (presenti quasi 20.000 spettatori) è arrivata anche la matematica certezza del grande ritorno in Serie B. Così, grazie al pareggio per 1-1 tra Benevento (secondo in classifica) e Messina, gli uomini di Leonardo Menichini possono festeggiare il salto di categoria. Incolmabile, infatti, il divario di 7 punti tra le due squadre e, finalmente, lo champagne tra le vie campane può essere aperto.
E pensare che solo nel 2011 il club aveva dovuto far fronte ad un altro fallimento, il terzo nella sua storia con quelli del 2005 e del lontano 1927. Dopo l’ultimo scioglimento, però, ecco la rifondazione ad opera di Claudio Lotito e Marco Mezzaroma. Il loro avvento fa subito capire che gli obiettivi non possono che essere ambiziosi ed infatti in soli due anni si passa dalla Serie D alla Prima Divisione, la vecchia Serie C1. Mancava però ancora un passo per la soddisfazione di tutti, mancava la Serie B, campionato che i granata hanno già vinto due volte in passato, per poi conseguentemente approdare in A. Nella scorsa stagione non si è andati oltre il 9° posto e la vittoria della Coppa Italia di Lega Pro venne vissuta come una piccola consolazione. Un piazzamento sicuramente deludente per la società, la quale non si è persa d’animo ed ha deciso di allestire una squadra ancora più forte, con diversi punti di forza.
Uno dei segreti della Salernitana attuale è sicuramente la sua spina dorsale, rimasta (infortuni a parte) invariata per tutto il campionato. Gori, portiere attento ed esperto, dà sicurezza all’intero pacchetto arretrato diretto magistralmente da Lanzaro. Da quando c’è l’ex Saragoza, la difesa si è trasformata in un vero e proprio fortino, come dimostrano le sole 26 reti subite finora. Passando al centrocampo, capitan Pestrin è da considerarsi il leader dentro e fuori dal campo, l’uomo che conferisce equilibrio, geometrie e carattere alla capolista. Infine, per il reparto avanzato, come non parlare di Caetano Calil, uomo da 16 reti e molto altro. Perchè Calil non è soltanto gol, ma anche assist e giocate d’alta scuola. Chi dopo il primo spezzone giocato in maglia granata contro il Cosenza voleva già rispedirlo in terra verdeoro si è dovuto ricredere in fretta…Se poi hai un allenatore preparato come Menichini e puoi contare anche su gente come Negro, Gabionetta (che poche stagioni fa incantava Crotone in Serie B), Favasuli e Mendicino, allora il potenziale diventa esplosivo.
Insomma, Lotito e Mezzaroma hanno dato vita ad un vero e proprio squadrone e tutta la città è riconoscente ai due presidenti. Lotito, per esempio, è stato letteralmente portato in trionfo sul prato dell’Arechi nel giorno della promozione e la sua gioia era visibile a tutti. Il buon Claudio non ha esitato a sostenere che, a suo avviso, “ha vinto Salerno”, ma la realtà è che in parte a vincere è stato anche lui. E poco importa, ad oggi, che in caso di ulteriore salto in Serie A Lotito debba lasciare i granata (non potrebbe essere ovviamente a capo di due società della stessa categoria): a Salerno la festa è appena partita, non è tempo di pensieri poco piacevoli!
Giuseppe Marzetti