A Genova si era fermato, a Genova è ripartito.

Santiago Gentiletti (foto dalla rete)

Santiago Gentiletti (foto dalla rete)

“Marassi” croce e delizia per Santiago Juan Gentiletti: dal crack subìto contro il Genoa alla rete che ha steso la Samp di Mihajilovic e lancia la Lazio verso la Champions. Sembra una fiaba, ma è la storia, quasi leggendaria, del centrale argentino ex San Lorenzo…

Santiago Juan Gentiletti, l’uomo che in estate la Lazio aveva scelto per comporre, insieme a Stefan De Vrij, una difesa bunker. Classe 1985, nativo di Godeken, località santafesina, Gentiletti è arrivato a Roma con il physique du rôle del vincente.

Veniva, infatti, da due importantissimi trionfi ottenuti con la maglia del San Lorenzo, guarda caso la squadra di Papa Francesco: campionato argentino di Apertura nel dicembre 2013 e Copa Libertadores nell’agosto successivo.

Fu proprio con la Copa Libertadores, la Champions League del Sudamerica per intenderci, che Gentiletti e compagni resero omaggio al Pontefice (con una graditissima visita in Vaticano), pochi giorni dopo il successo con i paraguaiani del Club Nacional. Successivamente il Papa si concesse il piacere di salutare uno ad uno i suoi beniamini e chissà che proprio quel saluto “benedetto” abbia influito sulla bella favola del Santiago biancoceleste.

Era il 21 settembre e si giocava Genoa-Lazio. Un campionato appena iniziato, l’avventura con l’aquila agli albori. Tutto normale fino a quando, all’improvviso, il ginocchio fa crack. La diagnosi è impietosa: rottura del crociato anteriore, un vero e proprio dramma sportivo.

Santiago si deve quindi sottoporre ad una operazione delicata, condotta però egregiamente dall’equipe medica della Clinica Padeia. Come riportò a suo tempo il sito ufficiale della Lazio, l’intervento venne eseguito dal Dott.Stefano Lovati (ortopedico di riferimento della società biancoceleste), con gli specialisti Dott.Stefano Salvatori e Dott.Paolo Colletti: esito perfetto. Il calvario dura otto mesi, 237 trascorsi passati tra visite di controllo e sedute di fisioterapia, con il calcio giocato che sembra un miraggio.


Poi l’apparizione con la Primavera contro l’Avellino (la luce in fondo al tunnel…), travolto a suon di gol, otto per la precisione: magia dei numeri. Ma spesso il destino ha più fantasia di noi e così il suo ritorno in campo con la prima squadra coincide con la trasferta di “Marassi”. Da Genova a Genova, a variare è solamente il rivale sul rettangolo verde: stavolta sono i blucerchiati del serbo Sinisa a tenere a battesimo l’argentino.

Gentiletti non fa una piega, si piazza in mezzo alla difesa e la dirige con un’invidiabile autorità. La favola, però, non è completa, manca ancora un capitolo, il più bello. Un capitolo che viene scritto al minuto numero 54: corner calciato da Ledesma, sulla traiettoria c’è proprio lui, il protagonista più atteso che non può mancare il bersaglio: colpisce di ginocchio, lo stesso infortunato lo scorso 21 settembre e la palla si insacca alle spalle di Viviano.

E’ il gol dell’ 1 a 0, il gol del match, che permette alla Lazio di portare a casa tre punti fondamentali per mantenere invariate le speranze Champions, in attesa del derby. Già, il derby, la partita più importante dell’anno, insieme alla finale di Coppa Italia contro la Juve, gare nelle quali Pioli potrà contare sui recuperi di De Vrij e Mauricio. Chissà però che lì dietro non si affidi ancora a lui, al Chuelo (lo storto), soprannome che si porta dietro da bambino. D’altronde lui è “el hombre del destino”, un destino che in questi due match scoprirà tutte le sue carte. Magari dal mazzo uscirà di nuovo il jolly Gentiletti, il ragazzo dal physique du rôle vincente e dalla storia al limite della leggenda…

Giuseppe Marzetti