Impegnato nella corsa play-off con il Fano sogna l’impresa di centrare la Lega Pro.
Andrea Sivilla non è il tipo da tante parole o da titoli sul giornale. Senza clamore, è uno che in campo sa fare la differenza rimanendo sempre umile e misurato. Schivo e timido fuori, incisivo e determinante sul rettangolo di gioco. Non fa proclami ma parla sul campo. E’ il capocannoniere del Girone F di Serie D, uno dei più competitivi del panorama nazionale dilettantistico. 20 gol quest’anno con l’Alma Fano, più uno nei play-off, un campionato giocato da centravanti dopo una vita da esterno d’attacco. Per poco non ce l’ha fatta a eguagliare il suo record di due anni fa quando, con l’Agnonese, ne segnò 22 come ala sinistra. In Molise lo avevano soprannominato “mister doppietta”.
Andrea, sei impegnato nei duri spareggi play-off di Serie D. Domenica affronterete il Delta Porto Tolle. Il Fano vuole andare avanti.
“Noi ci crediamo molto, arrivati a questo punto della stagione gli stimoli sono al massimo. Sarebbe un grande traguardo vincere questi spareggi. Non ci si deve far condizionare dal discorso ripescaggio, dobbiamo pensare al calcio giocato, a vincere sul campo senza fare calcoli. Andiamo in campo tutti per dare il massimo”.
Sei reduce da una promozione ottenuta lo scorso anno con l’Ancona. Adesso provi a ripeterti con un’altra marchigiana. Se dovessi ottenere la promozione giocherai in Lega Pro?
“Sì, ci proveremo fino in fondo, ma è molto dura. Tutte le squadre vogliono vincere. Spero di raggiungere la Lega Pro col Fano e magari restare nei professionisti indossando questa maglia e disputare la categoria superiore. Mi sento pronto”.
Ogni partita a questo punto della stagione è molto ostica, forse l’avversaria più temibile di tutte è il Taranto.
“Tutte le partite di play-off sono difficili, ognuna a suo modo. Nessuno ha niente da perdere. Squadre blasonate come quella pugliese partono favorite nei pronostici ma tutto può accadere. Anche il Fano sembrava inferiore sulla carta allo Scandicci eppure ce l’abbiamo fatta. Il Porto Tolle è molto quotato e ha un organico di spessore ma a questo punto della stagione tutte hanno lo stesso valore e la stessa importanza, a prescindere dall’avversario. Non esistono favoriti, l’agonismo può mettere in difficoltà chiunque”.
La tua stagione è stata superlativa. 20 gol, titolo di capocannoniere, ma anche assist e giocate.
“Quest’anno per la prima volta ho giocato da attaccante puro, più vicino alla porta. Ho lasciato il mio ruolo naturale di ala per volere dell’allenatore e devo dire che è stata una scoperta. Ho dovuto ripensarmi e giocare diversamente da come facevo ma i risultati ci sono stati. Giocare più vicino alla porta è tutta un’altra cosa…. Devo dare merito a mister Alessandrini che ha sempre avuto le idee chiare e dal ritiro pre-stagione mi ha impostato così nel 4-3-1-2. Ha scelto i giocatori adatti al suo schema e i numeri gli danno ragione. C’è stato tanto impegno e sudore dietro, io e i miei compagni ci siamo meritati tutto questo”.
Sei giunto vicinissimo al record personale di marcature.
“Mi sarebbe piaciuto battere quel primato, ma nelle ultime due partite sono stato condizionato da alcuni acciacchi e non ero al meglio per poterci provare. Anche ora sto recuperando da un brutto colpo ricevuto nell’ultimo impegno per essere pronto nella gara di domenica”.
Alle spalle hai tanta Serie D giocata ad alto livello, pensi che nei professionisti hai raccolto meno di quanto potevi?
“Sinceramente non lo so, forse doveva andare così. In quel momento non avevo la maturità che ho oggi per poter affrontare un campionato molto difficile. E forse mi mancava quel pizzico di cattiveria agonistica necessaria”.
In questi anni c’è stato qualcuno in particolare con cui ti sei trovato in piena sintonia e che è stato importante nella tua crescita calcistica ?
“Certo, ci sono state tante persone che mi hanno insegnato molto. Dagli allenatori ai compagni di squadra. Dovrei fare tanti nomi. La cosa migliore sta nell’essere pronti e disposti a imparare da tutti quelli che hanno esperienza sulle spalle, soprattutto dai più anziani. Trovare gente che può farti crescere con i loro insegnamenti è una fortuna per i giovani. Se sei umile puoi sempre imparare qualcosa di utile, diversamente se pensi di essere già il migliore da subito perderai questa opportunità”.
Chapeau.
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