Abbiamo intervistato il Patron dell’Amiternina, Pasquale Specchioli che ci ha parlato della politica dei giovani che ha permesso di vincere “Giovani D valore”.
L’Amiternina è riuscita a rimanere in Serie D vincendo lo spareggio playout contro il Castelfidardo e per la piccola società aquilana è come se si fosse conquistato lo scudetto in quanto la dirigenza aveva messo a disposizione di mister Angelone una rosa molto giovane. L’età media molto bassa ha permesso primeggiare nel progetto promosso dalla LND “Giovani D Valore” a livello di girone F e piazzarsi in terza posizione in tutta Italia.
A parlarci di questo grande risultato è il Patron della società abruzzese Pasquale Specchioli che non può che essere contento anche per la valorizzazione di tanti ragazzi.
Siete riusciti a rimanere in D anche quest’anno. Quanto è difficile gestire una società nel massimo campionato dilettantistico italiano avendo L’Aquila a pochi chilometri di distanza che magari vi toglie pubblico?
“È difficilissimo, ma molto stimolante, perché guardiamo sempre alla crescita dei nostri giovani. Riguardo alla vicinanza dell’Aquila non rappresenta un ostacolo, e talvolta mi ha fatto piacere notare tra il pubblico dei tifosi aquilani, segno che apprezzano i nostri sforzi ed il bel gioco che l’Amiternina esprime. Peraltro i buoni rapporti con l’Aquila Calcio sono sicuro che daranno buoni frutti e magari si potrà ancora vedere qualche nostro ragazzo con le casacche rosso-blu”.
Quest’anno avete vinto “Giovani D Valore” del girone F e siete risultati terzi assoluti in Italia. Un motivo di vanto per voi dell’Amiternina.
“È stato e resta, un progetto ben specifico, quello dei giovani. Avevamo programmato di inserire ragazzi per raggiungere il premio della Federazione, e hanno confermato le loro capacità, ed è a loro che vanno i complimenti. A noi dirigenti la soddisfazione del raggiunto obbiettivo”.
Quale è il segreto di questo successo?
“Il coraggio di scelte difficili, che magari nascono dall’incoscienza di un singolo, ma sono sempre supportate da tutti”.
Quali secondo Lei i giovani che si sono messi maggiormente in luce e che crede possano avere un futuro nel calcio?
“Ce ne sono due o tre nei più piccini che speriamo si confermino. Tra Allievi e Juniores vi sono buoni elementi, e sicuramente i tre andati nella rappresentativa, vale a dire Di Paolo, Santirocco e Pasqualone hanno i mezzi per arrivare nei professionisti se sapranno avere la testa giusta”.
Curiosità: cosa spinge un uomo d’affari a investire nel calcio di oggi che, si sa, non genera profitti?
“Investimento vuol dire fare un’azione per averne un beneficio. Per quanto mi riguarda non vi è nessun ritorno ne beneficio, ma soltanto la voglia di aiutare dei giovani, cosa che ho fatto e faccio sempre volentieri, forse ricordando quanto ho dovuto lottare per emergere”.