Lombardia e Toscana il top per serietà e competenza. Marche e Puglia in crisi.
Il calcio italiano sta ormai perdendo credibilità a causa dell’incapacità della classe dirigenziali di poter realizzare quelle riforme che sarebbero utili alle big italiane per poter competere in campo europeo ed alle società di calcio minori per poter sopravvivere senza i continui fallimenti, ormai innumerevoli da nord a sud della penisola. La finale di Champions League raggiunta dalla Juventus non deve assolutamente andare a coprire la grandissima crisi che sta investendo tutto il movimento calcio italiano e che è sotto gli occhi di tutti.
Del resto il club bianconero è riuscito, soprattutto grazie al nuovo stadio, a mettersi a livello delle altre realtà europee ma non tutte le società riescono a fare la stessa cosa poiché ad esempio proprio per la questione stadio un ruolo fondamentale viene giocato anche dalle pubbliche amministrazioni e dai primi cittadini delle singole città. Ecco allora che le società calcistiche non sopravvivono e se prima il fallimento di un club era relegato ai campionati minori, ormai da un decennio anche club di serie A e B iniziano a conoscere l’umiliazione dei curatori fallimentari e delle aste. La nostra inchiesta è volta a capire dove si riesce ancora a far calcio e dove invece c’è grande difficoltà.
LOMBARDIA MEDAGLIA D’ORO
La Lombardia si conferma ormai da diversi anni la Regione calcisticamente più “seria”. Nella prossima stagione, salvo fallimenti clamorosi, saranno ben 15 le società professionistiche lombarde che prenderanno parte ai vari campionati. Dunque non solo Inter, Milan, Atalanta e Brescia ma tante piccole realtà che riescono a completare le stagioni senza grossi patemi. Purtroppo il gruppo lombardo ha perso il Monza società fallita pochi giorni fa e pronta a ripartire dalle categorie dilettantistiche. Nonostante questo fallimento però è di sicuramente la Regione italiana dove il calcio viene fatto con più serietà.
MARCHE MEDAGLIA NERA
Le Marche, prima roccaforte di feudi calcistici storici e inviolabili, è divenuta la regione dove tutti i principali club (o quasi) sono falliti almeno una volta. Ha iniziato la Sambenedettese nei primi anni ’90 e mano a mano Fermana, Ancona, Maceratese, Vis Pesaro, Civitanovese fino all’Ascoli hanno annoverato almeno un fallimento. Si salvano Fano e Vigor Senigallia, quest’ultima per non fallire rinunciò nel 1987 al salto nei professionisti nonostante la vittoria del campionato per rimanere nei dilettanti. La situazione attuale vede l’Ascoli speranzosa per un ripescaggio in B, l’Ancona con l’Associazione dei tifosi entrata in società e la Maceratese neo promossa. Samb ancora in D e Civitanovese fallita (ripartirà dalla Promozione).
TOSCANA OK – CAMPANIA IN RIPRESA
L’Italia è spaccata in due parti. Il nord resiste e così la Toscana con 13 club in attività tra i professionisti è la seconda Regione italiana in graduatoria. Seguono Emilia Romagna con 10 club ed il veneto con 8. La sopresa è sicuramente la Campania, anche qui 8 società professionistiche ma c’è da annoverare il fallimento del Savoia (ripartirà dall’Eccellenza). Resta il fatto che la Campania è in netta ascesa e realtà come Napoli, Avellino, Castellammare, Salerno, Caserta sembrano aver trovato stabilità dopo le grandissime difficoltà che ha portato ognuno di questi club ad almeno un fallimento.
E LA PUGLIA?
Dopo il Bari salvato in extremis dall’ex arbitro Paparesta e la sua cordata ora è il Lecce che sta cercando di evitare il fallimento. A Barletta la situazione è drammatica e se entro domani non arriveranno soldi per l’iscrizione con ogni probabilità si ripartirà dall’eccellenza. Bene la Fidelis Andria tornata tra i professionisti. Possibilità di ripescaggio in Lega Pro per il Taranto ma il presidente Campitiello ha rassegnato le dimissioni e annunciato di vendere il club per cui sono in corso le trattative per avere nuovi proprietari e puntare al grande salto. Il Foggia sembra aver trovato solidità e ha già fatto l’iscrizione al prossimo campionato oltre ad un paio di colpi di mercato importanti.
MOLISE SENZA PROFESSIONISMO
In Molise nessuna squadra è tra i Pro. Il Campobasso però sembra puntarci forte grazie alla nuova proprietà che si è insediata lo scorso anno a seguito del quarto fallimento del club (record nazionale). Già scelto l’allenatore (mister Cappellacci) si punta a vincere il girone F della Serie D. Grosse difficoltà economiche invece per Isernia e Termoli.
NON SOLO ROMA E LAZIO
Nel Lazio non ci sono solo le squadre della capitale ma improvvisamente ecco l’esplosione di piazze che fino a qualche anno fa navigavano tra dilettanti e serie C. Il Latina nel 2009 era addirittura in Eccellenza dopo il fallimento. Curiosità invece per Lupa Roma e Lupa Castelli Romani, entrambe in Lega Pro.
E TUTTE LE ALTRE?
La Liguria ha 5 squadre tra i Professionisti e la Samp in Europa. Il Piemonte è fermo a 6 club, l’Emilia Romagna ben 10 nonostante abbia perso il Parma mentre in Umbria solo Perugia e Ternana riescono ad emergere. Il Matera fa sognare la Basilicata mentre in Friuli c’è solo Udinese. In Sicilia si guarda con molta curiosità all’Akragas del presidente Silvio Alessi, squadra neo-promossa e progetti molto ambiziosi. Si attende di sapere dove la giustizia sportiva relegherà il Catania mentre con Zamparini il Palermo è in una botte di ferro.
In Abruzzo, Pescara e Lanciano sono società in salute, il Teramo anche… ma la vicenda del calcio scommesse ora fa temere severe punizioni per il presidente Campitelli ed il direttore sportivo Di Giuseppe, anche il club rischia di vedersi annullare la promozione in B. Il Giulianova non riemerge dai dilettanti.
Chiudiamo con il Veneto, Regione con 8 formazioni tra i Pro e pochi…davvero pochi problemi societari e la Sardegna… qui per Cagliari e Torres è stato un anno nero, i primi retrocessi, i secondi con il presidente indagato a seguito dello scandalo calcio scommesse.