Un ragazzo di talento costretto a girovagare per l’ Italia e l’ Europa.

La storia di Edgar Cani

La storia di Edgar Cani

Avere la reputazione del predestinato a volte può essere veramente scomodo. Devi dimostrare sempre di valere la fama che possiedi. Se poi il tuo cartellino da calciatore a 18 anni viene pagato 1 milione e 200.00 euro, allora sì che dovrai dimostrarlo.

Edgar è un ragazzone albanese ma anche italiano visto che piccolissimo, ancora in fasce, è emigrato con la sua famiglia dalla povertà cercando nel nostro Paese un futuro migliore. Si trasferisce con la sua famiglia in Umbria e inizia a giocare a calcio nelle fila del Cortona. Viene segnalato al Pescara che lo prende ma non potendolo tesserare perchè ancora extracomunitario lo parcheggia in Seconda Categoria, al Torre Alex Cepagatti. Risolti i vincoli burocratici nella stagione 2007-08 viene aggregato alla Berretti. Esordisce in C1 fra i biancazzurri dimostrando subito le sue qualità e imponendosi in breve come titolare. Fisicamente e tecnicanente è già pronto per stare nei professionisti. Nel mercato di riparazione di quell’anno, dopo 11 presenze e 3 gol, il 18enne Cani si trasferisce al Palermo assieme all’altro gioiello del vivaio pescarese Luca Di Matteo, ora al Teramo. Per il solo cartellino dell’attaccante l’operazione frutterà agli abruzzesi circa un milione di euro. Una valutazione mica male per un giovane ancora di prospettiva con solo una manciata di presenze in Prima Divisione. Nell’aprile del 2008 esordisce in serie A al Barbera contro l’Atalanta.

L’anno successivo viene girato in prestito all’Ascoli in serie B, dove strada facendo si ritaglia spazio passando da rincalzo a titolare nel girone di ritorno. Chiude con 24 presenze e 4 reti. La stagione successiva va al Vicenza dove, però, delude e a gennaio passa al Piacenza disputando una discreta seconda parte di stagione. L’allenatore Ficcadenti vorrebbe tenerlo per il campionato successivo ma non viene confermato alla guida tecnica e così Cani torna di nuovo in Sicilia per la preparazione estiva.

In estate il Palermo si accorda per il prestito con il Modena, Cani va in Emilia. Finalmente trova in Bergodi un tecnico che ripone fiducia in lui ma la sua stagione è fatta di alti e bassi, soltanto 5 i gol segnati, e nel finale di campionato viene relegato in panchina.


Rientra ancora una volta a Palermo ma non rientra nei piani della società. La cifra sborsata tempo prima per il suo acquisto rende difficile cederlo senza “regalarlo”. Spunta il Polonia Varsavia, club della Serie A polacca. Cani saluta con un pizzico di rammarico l’Italia e parte, neanche per un ingaggio ricchissimo. Ma trova la continuità che gli era sempre mancata. Le prestazioni sul campo sono finalmente degne di nota. Ma quando sembrava aver trovato la sua dimensione, tornano i problemi. Gli stipendi non arrivano, la società non onora gli accordi presi e rompe i rapporti con l’attaccante che a dicembre del 2012 rescinde il contratto. Torna in Italia nelle fila del Catania e riassaggia la Serie A a distanza di 5 anni dalla prima volta.

Scende ancora in B l’anno seguente, mezza stagione al Carpi l’altra mezza al Bari, nella città che accolse assieme a lui le migliaia di profughi in fuga dall’Albania. Coi biancorossi segna una doppietta contro il Novara all’ultima giornata decisiva per la conquista dei play-off nei quali va ancora in gol ma che non risulteranno fortunati per i pugliesi. Ricomincia il campionato quest’anno ancora con gli etnei, 15 presenze e 3 reti prima della cessione in Inghilterra al Leeds. Esperienza da dimenticare. 48 i minuti giocati in 4 mesi nella stessa squadra più “italiana” del Regno Unito. In mezzo tanta panchina e anche tribuna.

Edgar Cani dovrà dimostrare ancora di valere per il calcio italiano, ma quando e chi gli concederà ancora una vera opportunità?

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