Emergono altri retroscena inquietanti riguardo alla vicenda Teramo.
Altro terremoto in casa Teramo. La Procura di Catanzaro, infatti, non sembra avere dubbi e tuona: “La gara decisiva contro il Savona è stata comprata con 30 mila euro”. La Serie B per i diavoli è ora seriamente a rischio e tutto dipenderà dal lavoro degli avvocati, con lo staff legale Luciano Campitelli che avrà un ruolo decisivo. Il presidente del Teramo deve difendersi dall’accusa di frode sportiva avanzata dalla Procura calabrese, accusa che riguarda altre sei persone, tra cui il ds degli abbruzzesi Marcello Di Giuseppe e il ds dell’Aquila Ercole Di Nicola.
Per Di Nicola sono già scattati gli arresti domiciliari, in quanto la sua figura è considerata chiave nell’ambito dell’ inchiesta condotta dal pm Romano che lo scorso maggio ha portato a 50 fermi per le partite combinate in Lega Pro. L’accusa contro il Teramo, comunque, è alquanto dura: acquisizione a tavolino del match contro il Savona a fronte di un corrispettivo 30 mila euro, in modo così da conquistare la promozione aritmetica in serie B senza dover battagliare nell’ultima decisiva sfida stagionale contro l’Ascoli, secondo in classifica.
Sarebbe stato proprio il ds Di Giuseppe a chiamare il collega Di Nicola, per fissare un incontro (poi avvenuto) e dargli l’ok per accordarsi con il Savona. Gli investigatori, però, hanno scoperto che il primo tentativo di combine fu scongiurato dal rifiuto di due calciatori liguri, quali Cabeccia e Marchetti: loro dissero no all’offerta di 50mila euro a testa per la vendita della gara.
Il secondo tentativo, invece, avrà esito “positivo”. Pare sia stato ancora Ercole Di Nicola a consegnare i soldi concordati al ds del Savona Marco Barghigiani, il quale farà poi personalmente visita al presidente Campitelli. La vicenda, insomma è davvero intricata, ma una cosa è certa: la Serie B del Teramo è sempre più appesa ad un filo, un filo che ogni giorno che passa rischia di diventare sempre più sottile.
Giuseppe Marzetti