Dopo l’addio di Iker Casillas ai blancos restano sempre meno bandiere
Diciamocelo. Iker Casillas è e sarà uno dei più forti portieri di sempre. Eppure a Madrid, in un ambiente come quello del Real, anche uno come lui è stato costretto ad andarsene. Critiche spietate, fischi e contestazioni a un ‘figlio’ della casa blanca non potevano non creare una frattura che lascia profonde cicatrici. Al Real Madrid tutto e tutti sono sempre in discussione, senza scampo. In ogni singola partita si deve dimostrare quanto si vale. In un club condannato a vincere sempre, a ogni costo, l’ambiente e il clima possono diventare insostenibili, anche per uno che lì c’è cresciuto e ha fatto la storia.
Se ne è andato al Porto Iker, lontano dai fischi di un pubblico che, a volte, sa essere ingeneroso come nessun altro al mondo. Una stagione deludente dopo tante ad altissimo livello e giù fischi, improperi e inviti espliciti e chiari ad andare via. Al Real sono capaci di contestare profondamente anche un monumento come lui. Costretto ad andare via, in lacrime.
I ‘blancos’ sono prigionieri della loro grandezza, condannati per storia e tradizione a non potersi permettere sconfitte rotonde, eliminazioni brucianti o secondi posti. Madrid e’ diventato un ambiente invivibile. Una stagione senza vincere la Champions, manco fosse un’impresa sempre alla portata, diventa un mezzo fallimento per chi indossa la maglia merengue, abituati a fare l’orecchio con gli insulti dei tifosi e le critiche esasperate dei media madrileni.
Al Real sei una bandiera finchè fai comodo, finchè non inizi a sbagliare qualche passaggio o qualche gol. Basta veramente poco. Il Real voluto da Florentino Perez è un tritacarne che stritola anche i giocatori più forti, li mastica e li sputa come rifiuti. Sono tanti i nomi eccellenti passati per il Bernabeu e in breve scaricati come elementi non all’altezza, bocciati senza appello, e parliamo di veri fuoriclasse : Arjen Robben, Wesley Sneijder, Michael Owen, Antonio Cassano. La maglia del Real è la più pesante da indossare.
Altri ‘figli’ della casa blanca sono stati in passato messi alla porta senza tanti complimenti. L’esempio più clamoroso è quello di Raùl, costretto a fare le valigie e andare in Germania allo Schalke dove dimostrò di poter dare ancora parecchio. E neanche il grandissimo Alfredo Di Stefano, la leggenda del club, in un calcio molto meno esasperato, riuscì a chiudere la sua gloriosa carriera coi merengues, ma lo fece all’Espanyol.
E adesso chi sarà il prossimo rinnegato? Qualcuno dice Sergio Ramos.