Inizio decisamente negativo per i bianconeri. Quali possono essere le cause?
Sconfitte con Udinese, Roma e Napoli, vittoria col Genoa, pareggio in casa col Frosinone. Se lo scorso anno i bianconeri sono stati in situazione di svantaggio solo 7 minuti, in questa stagione (a neanche un terzo del percorso) sono stati sotto già 168 minuti.
La strada che ha portato i bianconeri dalla finale di Champions al 15esimo posto in classifica è stata caotica, sì, ma non priva di errori.
Dopo la scorsa stagione i campioni in carica hanno scelto di rinnovare la squadra, un po’ per scelta (Vidal, Llorente) un po’ per necessità (Pirlo, Tevez). Sulla carta la società sembrava aver lavorato bene, rimpiazzando Pirlo con Marchisio, Vidal con Khedira, Tevez con Dybala, e Llorente con il tandem Zaza-Mandzukic. A questi si sono aggiunti giocatori di prospettiva (ma utili sin da subito) come Alex Sandro e Rugani.
L’obiettivo principale del mercato doveva essere l’acquisto di un grande trequartista, un regista offensivo capace di riempire il vuoto tecnico-emotivo lasciato da Pirlo, ma – dopo i vagheggiamenti su Isco e Goetze – la telenovela Draxler è finita con gli arrivi di Cuadrado, Lemina ed Hernanes.
Il francese è un buon back-up, ma gli altri due sono incognite: il brasiliano – nonostante i 30 anni – è un giocatore incompiuto (troppo lento per giocare davanti alla difesa, poco dinamico per la trequarti); Cuadrado – per quanto decisivo – è poco collocabile tatticamente, a meno di sacrificare Dybala o Morata sulla fascia.
Dopo un mercato con 130 milioni di spese e 70 di deficit, i bianconeri si sono trovati senza l’unico giocatore chiesto espressamente da Allegri, che già la scorsa stagione aveva dovuto ripiegare su Vidal e Pereyra (una mezzala e un esterno). Inutile dire che questo tipo di mercato ha avuto ripercussioni anche sul piano tattico, apparso molto confuso anche per via degli infortuni. Nelle 7 partite giocate Allegri ha cambiato tre moduli, impiegando già 22 giocatori (compresi i partenti Isla, Coman e Llorente), e ad oggi non si ha ben chiaro quale sia l’11 base.
Dopo essersi rifugiato nel 3-5-2 con Padoin regista, Allegri – forte dell’arrivo di Cuadrado – ha deciso di virare sul 4-3-3 già alla partita di Manchester, con Cuadrado, Mandzukic e Morata in attacco. Il modulo – pur esaltando al massimo le qualità di Cuadrado – richiede il sacrificio di Morata e Dybala, che non hanno l’attenzione tattica che serve per giocare stabilmente in quella zona di campo.
Il 4-3-1-2 provato successivamente (con Cuadrado trequartista anarchico) può essere una soluzione, sebbene il colombiano manchi quasi completamente nel gioco associativo. Ma a questo punto il problema diverrebbe Hernanes, che – senza la protezione dei tre centrali – ha dimostrato di non poter giocare regista.
Ovunque la si guardi, la coperta è corta. Il problema principale dei bianconeri non sono gli infortuni, ma gli equivoci tattici scaturito dagli acquisti di Hernanes e (soprattutto) Cuadrado. La soluzione – almeno nel breve periodo – può essere il ritorno al 3-5-2, con Cuadrado sulla destra ed Hernanes davanti alla difesa (in attesa di Marchisio). In questo modo, poi, Rugani avrebbe finalmente lo spazio che merita.
Nel lungo periodo si potrebbe tentare il 4-4-2: in questo modo Cuadrado avrebbe la possibilità di tornare sulla fascia (senza i compiti difensivi della difesa e tre) e si risolverebbe in un amen l’emergenza infortuni a metà campo (Marchisio-Pogba, tra l’altro, sembrano un’ottima coppia). A sinistra si potrebbe aspettare il ritorno di Asamoah (utile anche per un eventuale passaggio al 4-3-3) o all’avanzamento di Alex Sandro – in modo da dare un senso ai 22 milioni spesi per il suo cartellino.
Che questo sia un campionato di transizione non c’è dubbio, ma le soluzioni per rimettere in piedi la stagione ci sono. Ora sta ad Allegri.
Angelo A. Pisani