L’ex vincitore del reality è stato capitano della Nazionale caraibica
Quella di Christian Arrieta non è affatto la classica storia del normale calciatore di provincia o delle serie minori. Chi ricorda il terzino del Cervia di Ciccio Graziani nel reality tv sul calcio andato in onda dal 2003 al 2005. Lui non è uno banale, già a partire dalle sue origini. Madre italiana e padre spagnolo di origine basca, nato negli Stati Uniti e cresciuto a metà fra gli States e il Belpaese. Poi di nuovo emigrante di successo nell’isola centramericana di Porto Rico.
Correva la stagione calcistica 2004-2005, e l’epoca d’oro dei reality show si affaccia anche sul calcio. Nasce “Campioni, il sogno”. Viene scelta la provincia emiliana, Cervia, che sotto la guida di Ciccio Graziani e con una squadra attrezzata vince il campionato d’Eccellenza e si presenta ai nastri di partenza della Serie D. Viene deciso, alla fine di quell’anno, che i tre vincitori finali del programma scelti dai dirigenti di Juventus, Milan ed Inter come premio parteciperanno ai ritiri precampionato delle tre squadre di serie A. Il Cervia parteciperà ai play-off di serie D 2005-2006 perdendoli e piano piano tutto svanirà proprio come in un grande sogno. Uno di quelli che emerge per le sue effettive qualità calcistiche è Cristian Arrieta, terzino destro, per cui il sogno vero inizia alla fine del programma televisivo.
E disputare il ritiro precampionato con l’Inter, premio finale come vincitore del reality, è solo l’inizio di una grande carriera che culmina nel far parte della Nazionale portoricana di cui ottiene la cittadinanza nel 2010, a 31 anni. Nel 2006 accetta la chiamata del Lecco (26 presenze e un gol in C1), prima di essere acquistato dal Lecce, squadra del cuore, dove colleziona 7 gettoni in serie B con Zdenek Zeman in panchina. Nel 2007 Arrieta ha lasciato l’Italia per iniziare l’avventura con i Puerto Rico Islanders, squadra di Porto Rico appunto, con cui disputa per tre anni la United Soccer Leagues First division, la Serie B nordamericana. Con il club caraibico totalizza 68 partite con 17 reti vincendo il campionato e la Commissioner’s Cup nel 2008 e nel 2009 la Caribbean Champions Cup che permette di approdare alla Concacaf Champions League dove contribuisce ad arrivare in semifinale, battuti dai messicani del Cruz Azul a cui segna anche un gol.
Militando nei portoricani vince il titolo di Miglior difensore dell’anno della USL sia nella stagione 2008 che nel 2009, ed il titolo di MVP della USL nella stagione 2009 ottenendo anche il riconoscimento di miglior difensore della Lega americana. Le ottime prestazioni gli valgono l’ingaggio da parte dei Philadelphia Union che gli permette di giocare nella Major League, la massima serie statunitense dove incrocia i tacchetti con miti come David Beckham e Thierry Henry.
La favola di Cristian però non si ferma a questo perchè nel frattempo viene naturalizzato da Porto Rico, di cui ha l’onore di vestire la maglia della rappresentativa nazionale in venti occasioni. Esordisce segnando il suo primo gol in competizioni tra nazioni,contro il Sant-Martins. Marcherà in tutto 5 gol, indossando anche la fascia di capitano. La massima soddisfazione? Giocare contro la Spagna campione d’Europa e del Mondo. I successi oltreoceano però non l’hanno cambiato e così è tornato da dove aveva iniziato, al Borgomanero, e poi con la Juve Domo. Nel marzo 2013 viene tesserato dal Briga, società militante nel campionato di Promozione Piemonte-Valle d’Aosta. Una volta smesso con il calcio giocato Cristian fa ritorno negli States per iniziare la carriera di allenatore, in qualità di Head Coach, alla guida dei ragazzi del L.I.A.C. New York che partecipano al 67esimo Torneo di Viareggio affrontando tra l’altro Napoli e Verona ma chiudendo ultimi il girone a 0 punti.
Una bella parabola quella di questo ragazzo non più giovanissimo a cui la tv non ha fatto montare la testa. La stoffa c’era e c’è ancora. Bravo Cristian.
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