A 40 anni difenderà la porta dell’Ungheria ai prossimi Europei.
In Ungheria è già eroe nazionale. E come non esserlo. Gábor Király, 40 anni il prossimo primo aprile, un gigante tra i pali dei magiari nella partita contro la Norvegia. La sua è la favola più bella della squadra di Bernd Storck, approdata ieri sera all’Europeo 44 anni dopo l’ultima apparizione datata 1972. Lui e quei suoi pantaloni della tuta grigi, simili a un pigiama, che tanto hanno fatto innamorare i nostalgici.
La sua storia (e quella del suo “pigiamone”) ha origini lontane. Tutta colpa di un lavaggio consegnato in ritardo. Perché sì, in principio i pantaloni erano neri. Poi – si narra – la mamma non riesce a consegnarglieli puliti in tempo per la partita e il portierone deve virare sul grigio: l’Haladas vince le successive otto partite e per scaramanzia Király non cambia mai più colore.
Questo nonostante i mormorii delle tante piazze in cui ha migrato, dove appare fuori contesto, un vero extraterrestre. Ma il portierone non si lascia abbattere e continua sulla sua strada, in una carriera piena di soddisfazioni: dal 1997 al 2004 difende i pali dell’Herta Berlino, prima di un continuo peregrinare tra l’Oltre Manica e la Germania stessa.
Quest’anno il ritorno a casa: dopo l’esperienza in Championship al Fulham, Kiraly riparte da dove aveva cominciato, all’Haladas. Il cerchio si chiude; in 14 partite mantiene la porta inviolata otto volte e subisce soltanto dieci reti. Sempre, ovviamente, con la sua tuta grigia che fa storcere il naso agli esteti ma che tanto piace ai suoi tifosi. Che adesso lo idolatrano. Perché sarà lui, alla veneranda età di quarant’anni a difendere la porta dell’Ungheria ai prossimi Europei.
Con al seguito quel suo tutone che lo rende più genuino e chiaramente inconfondibile. E che lo ha già fatto diventare l’idolo dei romantici e del web, che lo esalta a suon di tweet.
fonte: www.gazzetta.it