La nostra intervista al portiere della Folgore Veregra Alessio Osso.

Alessio Osso (foto: pu24.it)

Alessio Osso (foto: pu24.it)

E’ l’ultimo uomo di una squadra di calcio, quello che separa l’avversario dalla rete, l’unico che non può sbagliare. Spesso giudicato colpevole per i gol subiti è senza alcun dubbio il ruolo più difficile, quello più importante, ma anche quello più bello. Proprio nel ruolo di portiere ha scelto di giocare Alessio Osso, classe 95. Prodotto del settore giovanile del Porto Sant’Elpidio, è giunto a dicembre alla corte di Mister Luigi Zaini trainer della Folgore Veregra ( serie D girone F). Osso non ha ancora avuto modo di esordire con la nuova maglia ma si allena duramente sotto gli occhi attenti di mister Grilli, uno che il portiere lo ha fatto ad alti livelli e sempre bene ha lavorato con i ragazzi.

Dopo la buona annata alla Vis Pesaro da titolare, lavora per ripetersi e migliorarsi in maglia veregrense. Conosciamolo meglio ripercorrendo la sua carriera dalle prime parate con gli esordienti del Porto Sant’Elpidio, ai vari provini in giro per l’Italia fino all’esordio in serie D con la pesante casacca della Vis Pesaro.

A che età hai iniziato a giocare a calcio e come mai hai scelto il difficile ruolo di portiere?

“Ho iniziato a giocare a calcio all’età di nove anni con i pulcini del Porto Sant’Elpidio. Inizialmente giocavo come centrale difensivo fino a che Mister Massimo Rossi non mi provò a porta con i più grandi e visti i buoni risultati non mi sono più spostato dai pali”.

A quale portiere ti sei ispirato o ti ispiri?

“Senza dubbio il mio primo modello è Gianluigi Buffon e non lo dico per la mia fede juventina, è il numero uno al mondo secondo me”.

Parliamo del tuo percorso di crescita calcistica: hai iniziato nel Porto Sant’Elpidio poi un lungo giro di stage e provini ma alla fine la scelta di rimanere vicino casa. Come mai?

“Sì dopo i primi anni a Porto Sant’Elpidio e visti i miei risultati discreti, alcune squadre mi proposero di fare dei provini tra queste la Reggina, il Siena, l’Ascoli e l’Atalanta. Con il Siena dopo la preparazione estiva di venti giorni dove mi avevano valutato, avevo praticamente concluso l’accordo per trasferirmi in Toscana nei giovanissimi nazionali poi qualche mio ripensamento e qualche intoppo logistico fecero saltare il tutto per ben due anni consecutivi.

Scelsi di rimanere ancora qualche anno vicino casa per poter poi valutare di trasferirmi in seguito . Poteva essere la strada più facile per realizzare il mio sogno e arrivare nel professionismo ma a me le cose facili non piacciono (ride ndr) , proverò quindi ad arrivarci dalla strada più lunga magari ci vorrà più tempo ma penso che la soddisfazione potrà essere maggiore”.

Hai esordito a 16 anni in Promozione e dopo quella prima stagione più di una squadra di serie D ti mise gli occhi addosso. Spiegaci il perché la scelta ricadde proprio sulla Vis Pesaro.

“Mi arrivarono varie proposte, la prima squadra che si fece avanti fu proprio la Vis Pesaro, una società di un certo blasone. Dimostrarono di volermi fortemente e dopo aver sentito il loro progetto mi convinsi a sposare la loro causa. Fu una scelta importante, ho conosciuto gente fantastica che mi ha molto aiutato nel mio percorso di crescita. Non è da tutti allenarsi ogni giorno con un portierone del calibro di Alex Foiera, sono molto cresciuto nel mio primo anno a Pesaro.

Dopo il primo anno con poche presenze ti sei ritagliato uno spazio importante risultando uno dei migliori portieri under ma nonostante questo la scorsa estate hai avuto difficoltà a trovare squadra. Come l’hai vissuta?

“Avevo contatti con una squadra da prima della fine della stagione sportiva, mi avevano praticamente promesso il posto e io fidandomi li ho aspettati fino a fine Luglio praticamente. Più passavano i giorni più mi rendevo conto che probabilmente mi ero creato illusioni e saliva un po’ d’ansia. Non è stato facile, tutta quella situazione aveva minato la fiducia che avevo nei miei mezzi. Non avendo ancora un procuratore mi sono trovato in grossa difficoltà, non sapevo bene come muovermi. Tramite qualche conoscenza sono riuscito ad andare a fare la preparazione a Civitanova Marche.


Mi sono allenato per un mese agli ordini di Mister Schenardi e Mister Grillini, con i quali mi sono trovato a meraviglia e che devo ringraziare per la stima che hanno mostrato nei miei confronti, durante quell’esperienza ho ritrovato l’entusiasmo che era andato scemando durante l’attesa estiva .Il fatto che in eccellenza non servisse il portiere under però complicò il tutto e mi ritrovai ad Agosto senza nulla”.

A settembre pur di non rimanere fermo hai scelto di scendere di nuovo in promozione al Porto Sant’Elpidio prima della chiamata della Folgore dove ora ti stai giocando il posto con Marani. Quale è il rapporto con lui?

“Sì ritrovatomi senza squadra scelsi di tornare al Porto Sant’Elpidio che non finirò mai di ringraziare in quanto mi ha dato la possibilità di scendere in campo con loro in attesa di una chiamata da categorie superiori. E’ stato un periodo tosto per me e devo ringraziare in particolare la mia ragazza che mi è stata vicina, caricandomi e trasmettendomi la voglia di non mollare e continuare con il mio sogno. Con Riccardo Marani avevo giocato contro lo scorso anno ed è un bravissimo ragazzo e un validissimo portiere e nella prima parte di stagione ha fatto molto bene. C’è una sana competizione tra di noi che finisce però sul campo.

Io lavoro duro per farmi trovare pronto e per migliorarmi allenamento dopo allenamento. Sto molto bene a Montegranaro, il mister dei portieri è uno dei migliori che ho avuto nella mia breve carriera e mi sta aiutando parecchio. Se a dicembre ho potuto ricominciare ad allenarmi tutti i giorni con una squadra di D devo ringraziare in particolare Claudio Cicchi, un grande uomo di calcio che già mi aveva cercato in passato, il presidente Bartolini che si è prodigato per farmi vestire la casacca veregrense e ultimi ma non meno importanti Peppe Sfredda e Giampaolo Marini, rispettivamente ds e presidente onorario del Porto Sant’Elpidio, che a dicembre una volta arrivata la chiamata della Folgore mi hanno lasciato subito partire, consapevoli che quella era la mia volontà”.

Nel corso della tua pur breve carriera c’è un mister o un compagno di squadra che ricordi con piacere?

“Tutti i preparatori dei portieri che ho avuto nelle mie varie esperienze hanno contribuito a formarmi come giocatore e uomo quindi avranno sempre un posto speciale nei miei ricordi. Se poi devo fare un nome in particolare di un compagno non posso non dire Alex Foiera che nel mio primo anno a Pesaro mi ha fatto da fratello maggiore, facendomi ambientare in una realtà per me del tutto nuova”.

Se potessi tornare indietro c’è qualcosa che non rifaresti?

“Sono un ragazzo molto testardo e orgoglioso, tutte le scelte che ho fatto nel bene o nel male le rifarei”.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

“Sogno di arrivare più in alto possibile, non mi pongo limiti. So che per arrivare in alto bisogna essere costanti e lavorare duro ed è quello che provo a fare tutti i giorni. Mi piacerebbe che il calcio continuasse ad essere parte integrante della mia vita per molti anni ancora”.

Grazie per la disponibilità che hai mostrato nel ripercorrere le varie fasi della tua carriera. In bocca al lupo per il prosieguo della stagione!

“Grazie voi. E’ stato un vero piacere rispondere alle vostre domande. Crepi il lupo!

Giulia Santarelli