In visita alla redazione di Tuttocalciatori il figlio del patron Franco ci ha rilasciato una lunga intervista su questa prima grande stagione a San Benedetto, sul futuro e sui progetti della famiglia Fedeli per la Sambenedettese.
Questa settimana abbiamo avuto il piacere di ospitare nella nostra redazione Andrea Fedeli. La Sambenedettese (capolista del Girone F della Serie D) dallo scorso luglio è della sua famiglia, suo padre Franco è il Presidente, lui occupa il ruolo di direttore generale occupandosi a 360° della società. Questa sua visita è stata l’occasione per una lunga e piacevole chiacchierata calcistica per gran parte incentrata sulla Sambenedettese che è ad un passo dal ritorno tra i professionisti.
Che la Samb ad Andrea Fedeli sia entrata dentro è lampante al primo sguardo. Accompagnato dal Team Manager Daniele Diomede, l’imprenditore romano si presenta in redazione con tanto di sciarpetta rossoblù al collo e bomber ufficiale della società indosso.
Gli spieghiamo qual è il lavoro della redazione di Tuttocalciatori, un breve giro nell’ufficio e poi tutti seduti al tavolino iniziamo a capire qual è il suo pensiero calcistico. Ancona, Ternana e Perugia sono state tre piazze blasonate gestite dalla famiglia Fedeli ma l’avventura di San Benedetto è la prima che vede gli imprenditori originari di Cascia possedere il 100% delle quote del club. La prima domanda non poteva non riguardare la trattativa lampo che in estate ha portato all’acquisto della società marchigiana:
“Potevamo prendere la Sambenedettese due anni prima – ci spiega – esattamente nell’estate del 2013. Ce la proposero, a noi l’idea piaceva, ma poi ci comunicarono che il club aveva una massa debitoria di 2 milioni e mezzo di euro. A quel punto ci siamo tirati indietro, sarebbe stato assurdo sborsare quella cifra visto che poi si doveva anche costruire la squadra per la Lega Pro che la Samb aveva appena conquistato sul campo. C’è stato riproposto di nuovo di rilevare la Samb, abbiamo subito dato mandato all’Avvocato Gianni di procedere”.
Nel frattempo voi avevate il 70% delle quote del Rieti calcio. Perché proprio il Rieti?
“Sinceramente la scelta di Rieti è stata una scelta logistica per noi che viviamo e lavoriamo a Roma e nel Lazio. E’ stata una bella esperienza nella quale abbiamo lavorato seriamente. Lo dimostra il fatto che la Samb sta vincendo il campionato con una rosa composta per la maggior parte di calciatori che avevamo anche a Rieti”.
Alla fine però la Sambenedettese l’avete presa per davvero. Qual è stata la prima impressione di Andrea Fedeli subito dopo essere approdato in riva all’Adriatico?
“Che ci mettevo più tempo ad arrivare rispetto a Rieti – scherza – a parte le battute ho capito che c’eravamo presi una bella responsabilità. Siamo stati subito accolti da tanta passione, abbiamo un rapporto particolare con la città. Io e mio padre abbiamo gestito club in piazza calde ma a San Benedetto mi sono reso conto che c’è ancor più calore rispetto, ad esempio, a Perugia. Qui mi sembra di rivedere quella passione che negli anni ’80 c’era nella capitale per la Roma. Prima dell’esordio in campionato a Fermo non nascondo di aver passato la notte in bianco vedendo quanto la gente si aspettava da noi…”
San Benedetto, Rieti ed un’estate davvero curiosa con la Samb di Moneti che già era in ritiro quando è arrivata la notizia del passaggio della società alla famiglia Fedeli. In poche ore sono state unite due rose di calciatori a Cascia … un momento particolare?
“Si fu strano. Il giorno prima avevamo le maglie d’allenamento del Rieti, il giorno seguente eravamo con quelle della Samb e con tanti giocatori in più. Noi però avevamo le idee chiare, la squadra era fatta, il mister sarebbe stato Beoni e dei giocatori che facevano parte della Samb allestita da Martone tenemmo solo Conson perché conoscevamo il suo valore, veniva da un grande campionato con la Lupa Roma. Ovviamente c’era da puntellare la rosa perché San Benedetto non è Rieti e quindi ci voleva qualcosina in più…il profilo individuato fu subito quello di Mario Titone”.
Eppure in estate tutti indicavano Fano e Campobasso come le principali favorite del girone F. Andrea Fedeli si aspettava una Samb in testa a marzo con 11 punti di vantaggio sulla seconda?
“Ero assolutamente convinto di poter essere primo a marzo, ma non pensavo di avere questo distacco. Conoscevo la qualità di questa squadra, sapevo di avere giocatori importanti, forse qui non erano noti perché molti arrivavano dal girone G ma non avevo dubbi sulla nostra forza. La partita della svolta è stata proprio la vittoria di Campobasso, vincemmo 1-0 e fu una vittoria che mi e ci diede certezze”.
Eppure un momento difficile c’è stato ed è conciso con le due uniche sconfitte in campionato (Monticelli e Matelica) che sono costate la panchina a Loris Beoni. Vi siete presi il rischio di esonerare l’allenatore di una squadra che era comunque prima in classifica. Non temevate fosse un errore?
“L’errore è stato non aver fatto questo passo prima. Io ho una grandissima stima nei confronti di Beoni e lo considero uno degli allenatori più preparati che io conosca a livello tattico. Però poi in certe piazze entrano in gioco altri fattori. C’era difficoltà nel gestire soprattutto le gare casalinghe, la squadra andava in confusione mentale, bisognava cambiare”.
E l’idea Palladini?
“Io conoscevo Palladini come calciatore, sono sempre stato un malato di calcio e posso fare concorrenza a Tuttocalciatori visto che conosco le carriere di tutti i giocatori. Qui l’ho conosciuto come uomo e come allenatore, mi sono confrontato con mio padre e non abbiamo avuto dubbi sul fatto che Palladini, persona di San Benedetto, potesse essere l’elemento giusto. E’ stato bravissimo a capire di avere una Ferrari, non ha cercato di fare manovre assurde, si è messo al volante e la sta guidando con grande serietà e professionalità verso la metà, esattamente quello che mi aspettavo”.
C’è qualche altro segreto che non conosciamo?
“Curiamo i dettagli e soprattutto la condizione atletico-fisica. Abbiamo due fisioterapisti che lavorano in maniera eccezionale tanto che, cosa fondamentale, non abbiamo avuto grossi problemi muscolari. Credo che sia un aspetto davvero importante, le fratture e gli infortuni gravi alle ginocchia non puoi prevederli ma le noie muscolari si e se lo staff lavora bene il mister può contare su tutti gli effettivi com’è successo quest’anno. In più a San Benedetto ho scoperto l’importanza del marketing, a Rieti avevamo pochi spettatori e nessuno curava questo aspetto, qui invece c’è un ufficio che sta lavorando molto bene ”.
Proviamo a pensare al futuro ed alla eventuale Lega Pro. Quali saranno le mosse della famiglia Fedeli?
“Premesso che c’è ancora da conquistarla sul campo posso comunque dire che buona parte della squadra sarà riconfermata, aggiungeremo giocatori di qualità. Sono certo che il prossimo anno ci divertiremo…”
Il sorriso di Fedeli sul “ci divertiremo” la fa capire lunga circa il fatto che la Samb proverà a stupire anche in Lega Pro. Magari nel tridente offensivo ci sarà spazio per Vittorio Esposito attualmente al Matelica e per il quale non avete mai nascosto una certa ammirazione? Reginaldo rimarrà?
“Perché no…Esposito è un giocatore che qualitativamente non si può discutere, ci piace. Sappiamo cha ha un carattere particolare però la cosa non mi preoccupa, personalmente ho gestito calciatori davvero esuberanti a Perugia e Terni. Reginaldo intanto lo vedremo in campo in queste ultime gare poi capiremo se ci sono i margini per un suo futuro qui, purtroppo noi dobbiamo anche valutare l’ipotesi che arrivi qualche club estero e, visto il suo passato in serie A, lo convinca a prendere un aereo e trasferirsi in Cina o negli Usa. Comunque il brasiliano è stato davvero incredibile in questi mesi, pur allenandosi senza poter giocare è stato d’aiuto agli altri ragazzi, ha seguito sempre le gare, è stato parte integrante di questo grande gruppo, chi se lo aspettava… ha grandissima umiltà nonostante lui in queste categorie non abbia mai giocato”.
La Sambenedettese è stata costruita dalla famiglia Fedeli e dai collaboratori Simone Perotti e Daniele Diomede. Potrebbe arrivare un direttore sportivo (si fanno i nomi di Marcaccio e Fabiani) oppure, visti gli ottimi risultati, curerete ancora voi il prossimo mercato?
“Ma questa idea che la Samb ha bisogno di un direttore sportivo mi sembra più una pressione della stampa locale che una vera necessità…comunque la cosa verrà valutata più avanti. Simone e Daniele hanno fatto un gran lavoro. Fabiani è un grande amico, ma è a Salerno e so che sta bene lì, ogni tanto ci consiglia. Anche Marcaccio ha un’amicizia con mio padre, sono stati insieme ad Ancona. Per noi però la cosa più importante di tutte è il gruppo…la Samb è prima solo grazie alla coesione del gruppo, tutto lo staff del club è molto unito e bisogna mantenere questa coesione”.
In Lega Pro inizierà un rapporto di collaborazione con qualche club di Serie A, soprattutto per quanto riguarda i giovani?
“Personalmente preferirei valorizzare i nostri piuttosto che quelli altrui, è vero che io e mio padre abbiamo contatti con Roma e Lazio ma prima penseremo ai nostri ragazzi. La cosa per la quale mi sto muovendo sono i campi d’allenamento che proprio in questi mesi ho individuato. Poi lavoreremo molto sul settore giovanile. In Lega Pro si fanno dei campionati giovanili molto interessanti come ad esempio gli Allievi Nazionali. L’importante però sarà avere le strutture, il Rodi in sintetico è una priorità per la Sambenedettese”.
La domanda finale riguarda il sogno che Andrea Fedeli culla per la sua Sambenedettese
“Il mio sogno è quello di rimanere a San Benedetto del Tronto a lungo”.
L’intervista si chiude con questa frase, sicuramente una delle frasi più significative di questo incontro perché dimostra la volontà di costruire che è alla base di tutti i grandi progetti. E’ facile promettere la luna, in Italia lo fanno quasi tutti, è invece fondamentale dimostrare la propria serietà con i fatti e la famiglia Fedeli sembra avere davvero le idee chiare. In riva all’Adriatico adesso si può nuovamente tornare a sognare.
Stefano Bruni